In Messico, un documento
della Camera dell'industria della tequila, elaborato nell'ambito
delle consultazioni per il piano nazionale di sviluppo
2025-2030, afferma che "è necessaria un'evoluzione della
legislazione per rafforzare i meccanismi di valutazione della
conformità e il sostegno istituzionale per ogni denominazione di
origine".
La 'Proposta di rafforzamento delle bevande nazionali con
denominazione di origine' solleva la necessità di irrobustire la
tutela di questi prodotti a livello internazionale.
"Sappiamo che in Cina, Sudafrica e Australia - si legge nel
testo - si stanno coltivando agavi che cercheranno di competere
sul mercato internazionale con la tequila, il mezcal, il sotol,
la bacanora e la raicilla, bevande 100% messicane riconosciute
in tutto il mondo".
Il testo cita come esempio la 'charanda' — uno spirito derivato
dalla canna da zucchero — che, a causa della mancanza di
supporto, è passata da 100 marchi iniziali a soli tre produttori
oggi.
La proposta prevede inoltre di "ridurre le barriere normative in
modo che le bevande alcoliche nazionali possano competere nel
Paese e nel mondo, nonché di riprogettare le normative locali
relative ai permessi e alle licenze per promuovere misure più
eque e rafforzare il commercio nei ristoranti locali".
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