Il ministro dell'Energia
del Brasile Alexandre Silveira si è detto ottimista rispetto
alla possibilità di ottenere la licenza ambientale che
consentirebbe alla Petrobras le trivellazioni esplorative dei
bacini petroliferi alla foce del Rio delle Amazzoni, nella
regione conosciuta come margine equatoriale. "La Petrobras ha
consegnato tutti i documenti richiesti, stiamo aspettando la
licenza da parte dell'Istituto brasiliano dell'Ambiente e delle
risorse naturali rinnovabili (Ibama). Spero che il presidente
(Rodrigo Agostinho) sia un uomo di buon senso e di verità e
conceda la licenza", ha detto Silveira nel corso di
un'intervista con il quotidiano Folha de S.Paulo. "Se il
processo di autorizzazione non sarà ideologico, l'Ibama lo
approverà. Non c'è motivo per non concedere la licenza. Non
possiamo rinunciare a grandi opportunità per delle licenze", ha
aggiunto.
I tecnici dell'Ibama hanno in diverse occasioni - l'ultima a
ottobre - confermato la loro contrarietà al rilascio della
licenza evidenziando "l'elevata sensibilità ambientale degli
ecosistemi che verrebbero colpiti" e il possibile impatto
negativo "sulle attività di alcune comunità indigene e per la
sopravvivenza e la sicurezza della fauna locale". Il progetto è
invece visto come economicamente cruciale dal governo e dalla
Petrobras che stima nei giacimenti al largo degli stati di
Amapá, Amazzonia, Maranhao, Piauì, Cearà e Rio Grande Nord una
riserva potenziale di 5,6 miliardi di barili di petrolio. Una
quantità capace di aumentare del 37% il totale delle riserve
petrolifere brasiliane, attualmente di 14,8 miliardi di barili.
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