Il parlamento del Nicaragua ha
approvato in seconda lettura la riforma costituzionale che
concentra nelle mani del presidente Daniel Ortega, in qualità di
"coordinatore", anche l'esercizio dei poteri legislativo,
giudiziario ed elettorale. La nuova costituzione, approvata in
prima lettura a novembre, dispone inoltre l'istituzione della
figura del co-presidente (attualmente è la moglie di Ortega,
Rosario Murillo), consente di estendere il mandato presidenziale
da cinque a sei anni, prevede il ritiro della nazionalità da
tutti i cittadini dichiarati "traditori della patria" e indica
la bandiera del Fronte sandinista di Liberazione nazionale (il
partito di Ortega) come quella ufficiale del Paese, insieme a
quella attuale.
Il testo ha ricevuto il disco verde da parte dei parlamentari
della nuova legislatura, insediatisi il 10 gennaio, come
previsto dalla legge che dispone l'approvazione di riforme della
Costituzione da parte di due differenti legislature. Il
parlamento resta controllato dal movimento sandinista di Ortega.
La riforma della Carta è stata accolta con preoccupazione
dalla comunità internazionale, dall'Organizzazione degli Stati
americani (Osa) e dalle Ong a difesa dei diritti umani secondo
cui, il vista delle elezioni del 26 novembre 2026, la nuova
costituzione consegna nelle mani di Ortega il totale dominio
dell'apparato dello Stato dopo anni di una violenta e sanguinosa
ondata repressiva contro oppositori, partiti, sindacati,
giornalisti e chiesa cattolica.
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