Un tribunale civile di
Santiago del Cile ha ordinato il pagamento di un risarcimento di
circa 90 mila dollari per "danni morali", al 73enne Gonzalo
Lagos Puccio, sequestrato sul posto di lavoro il 20 settembre
1973, nove giorni dopo il golpe del generale Augusto Pinochet
Ugarte, quando era un 22enne studente di ingegneria di idee
socialiste.
Puccio venne sottoposto a torture e simulacri di fucilazione
fino al primo novembre di quell'anno in una caserma e, dopo,
nello Stadio Nazionale di Santiago.
"Nello stadio ha continuato
in condizioni disumane di detenzione, insieme ad oltre 100
persone, senza accesso a cure mediche adeguate e picchiato
frequentemente", afferma la sentenza nel descrivere gli eventi
del 1973.
Dopo essere stato rilasciato, Puccio si rifugiò
nell'ambasciata italiana in Cile con altre 411 persone e, grazie
all'aiuto dell'allora giovane diplomatico Enrico Calamai, detto
"lo Schindler di Buenos Aires" per essere riuscito a mettere in
salvo oltre 300 perseguitati dalla dittatura argentina nel 1976,
tutti riuscirono a partire per l'Italia, dove ottennero l'asilo.
Tra questi anche Puccio che adesso, dopo 52 anni e grazie
alla sentenza della giudice Angélica Cortés Godoy, si vede
finalmente riconosciuto come vittima di "crimini contro
l'umanità" e il diritto a ricevere 90mila dollari di
risarcimento.
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