Un gruppo di familiari
di persone scomparse ha fatto irruzione oggi in Messico nel
ranch utilizzato dai cartelli della droga di Jalisco come campo
di addestramento e sterminio e scoperto di recente nella
località di Teuchitlán.
La protesta ha preso il via durante una visita organizzata
dalle autorità per permettere ai familiari di visionare la
struttura ed eventualmente trovare tracce o indizi sulla
presenza dei parenti scomparsi ma che ha subito generato
scontento per il poco tempo loro concesso e per le restrizioni
imposte agli spostamenti.
"Vengo a trovare mio figlio, non a visitare un museo", ha
dichiarato una delle madri intervistata da El Universal
contestando il fatto che gli erano concessi solo 20 minuti per
visionare una parte della struttura e alcuni oggetti personali
messi da parte e che erano "costretti a camminare in fila
indiana".
"Si prendono gioco del nostro dolore, è una messa in
scena per non farci vedere quello che è successo realmente", ha
aggiunto.
La autorità hanno rinvenuto sul posto oltre a dei forni
crematori clandestini e scatole con resti ossei calcinati, più
di mille oggetti tra cui decine di documenti e centinaia di
effetti personali come scarpe, pantaloni, vestiti, magliette,
felpe e zaini.
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