Una flottiglia della marina
militare cinese in esercitazione nel Pacifico occidentale, nelle
acque a sud di Okinawa e a est di Taiwan, è finita nello stretto
monitoraggio di Giappone e Usa: è lo scenario emerso in
settimana, destinato a ripetersi con maggiore frequenza in
un'area sempre più strategica.
La portaerei Liaoning, con il suo gruppo d'attacco di 7 unità
navali - tra cui 5 cacciatorpedinieri, incluso un Type 055, il
più potente della flotta cinese - ha guidato le manovre, mentre
la portaerei leggera giapponese Izumo (una ex portaelicotteri)
era di guardia nelle vicinanze. La Liaoning, la portaerei
sovietica di classe Kuznetsov comprata dall'Ucraina e
successivamente rinnovata, è stata fotografata martedì mentre si
allontanava e recuperava i suoi caccia J-15 e gli elicotteri di
allerta Z-18, ha reso noto il ministero della Difesa giapponese.
L'aviazione nipponica ha fatto decollare i suoi caccia in
risposta alle attività della marina cinese, ha aggiunto il
ministero, citando un aereo da pattugliamento marittimo Kawasaki
P-1 e un aereo anti-sottomarino e di sorveglianza marittima
Lockheed P-3 Orion. Oltre alla Izumo, anche il gruppo d'attacco
della portaerei Abraham Lincoln della Marina Usa stava operando
nel mar delle Filippine almeno a partire da lunedì, secondo il
sito web dell'US Naval Institute.
"È possibile che le portaerei cinese, giapponese e
statunitense siano in stretta vicinanza l'una all'altra", ha
osservato il Global Times, il tabloid nazionalista del
Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista cinese. "È
quasi certo che le navi da guerra e gli aerei da guerra
giapponesi e statunitensi condurranno tentativi di ricognizione
ravvicinati e faranno alcune mosse provocatorie verso la
flottiglia cinese", ha aggiunto il tabloid citando alcuni
esperti, secondo cui "le navi e gli aerei cinesi devono essere
ben preparati ad affrontarli con sicurezza".
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