TOKYO - Scende per il settimo anno consecutivo il tasso di fertilità delle donne in Giappone, il Paese dove è in atto un cambiamento demografico senza precedenti. Secondo gli ultimi dati governativi diffusi oggi, il numero di bambini è diminuito a quota 770.747 nel 2022, scendendo al di sotto delle 800mila unità per la prima volta dal 1899, l'anno in cui sono iniziate le statistiche.
Il ritmo annuale del declino è andato accelerando negli ultimi anni, rivela lo studio, diminuendo di 24.404 nel 2020 rispetto all'anno precedente, di 29.213 nel 2021, e in calo di 40.875 l'anno passato. In base alla lettura dei dati la diminuzione è stata aggravata dalla pandemia di Covid-19, che ha portato le coppie a rimandare il concepimento dei figli, e in generale la propensione a posticipare le unioni matrimoniali, fattori considerati chiave dal momento che le nascite fuori dal matrimonio rimangono rare in Giappone. Il numero della coppie che hanno deciso di sposarsi nel 2021 ha raggiunto il livello più basso dal dopoguerra, con 501.138 unioni, rispetto al picco di circa 1,10 milioni nel 1972.
Il tasso di fertilità totale, ovvero il numero medio di figli per ogni donna è sceso a 1,26, in linea con il minimo storico raggiunto nel 2005, e comunque inferiore alla soglia minima di 2,07 figli, considerata necessaria a garantire il ricambio generazionale. La pubblicazione dei dati segue di un giorno l'annuncio di un piano di sostegno definito 'epocale' dal premier Fumio Kishida, che punta ad eguagliare i trattamenti per i nuovi genitori esistenti in Svezia, e tentare di invertire il declino del tasso di natalità. Il governo intende aumentare la spesa annuale di circa 3.500 miliardi di yen (23,2 miliardi di euro) fino al 2027, senza tuttavia specificare la fonte dei finanziamenti. Per tale motivo il piano è stato giudicato troppo vago e aspramente criticato dall'opposizione.
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