Sono due i morti nel terremoto di
magnitudo 6,3 che ha colpito stamane il nordovest
dell'Afghanistan con l'evacuazione delle prigioni danneggiate e
la fuga dei residenti da una regione in cui le scosse hanno
provocato almeno 1.000 vittime appena una settimana fa.
Dal 7 ottobre, una serie di potenti scosse ha fatto tremare
la provincia di Herat, radendo al suolo interi villaggi,
seppellendo famiglie e lasciando migliaia di persone senza casa
all'approssimarsi dell'inverno. Medici Senza Frontiere (Msf) ha
dichiarato che due nuovi morti e 154 feriti sono stati
registrati all'ospedale regionale di Herat, dove i pazienti sono
stati trasportati su barelle e curati all'esterno sotto gazebo.
"La situazione è molto critica", ha detto Yahya Kalilah,
responsabile del programma di Msf per l'Afghanistan.
L'epicentro dell'ultima scossa è stato registrato 33
chilometri a nord-ovest di Herat, capoluogo della provincia, ed
è stata seguita da scosse di assestamento di magnitudo 5,4, 4,2,
4,3 e 4,4, secondo il Servizio geologico statunitense. I
funzionari affermano che più di 528 prigionieri sono stati
rilasciati dalla provincia di Herat e da Badghis perché le
carceri "rischiavano di crollare" a causa dei danni provocati
dal terremoto. Secondo l'Autorità per l'amministrazione delle
carceri, sono stati liberati anche detenuti che avevano scontato
gran parte della loro pena e mostravano segni di riabilitazione.
Mentre molti abitanti di Herat sono fuggiti a causa della
minaccia di scosse di assestamento.
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