Rientrano nel cassetto, almeno per
ora, i piani di un nuovo referendum istituzionale in Australia
sulla possibile fine dei legami con la monarchia britannica. Il
progetto, tornato d'attualità dopo il passaggio della guardia al
governo nel 2022 fra i conservatori e i laburisti dell'attuale
primo ministro Anthony Albanese, repubblicano dichiarato, è
stato rinviato oggi sine die da uno dei ministri di punta della
compagine in carica.
"Non è una nostra priorità", ha tagliato corto il ministro,
in dichiarazioni citate dai media locali e riprese con evidenza
nel Regno Unito dalla Bbc. Non senza confermare, anzi, il
preannuncio dato la settimana scorsa dallo stesso governo di
Canberra di una visita ufficiale entro il 2024 di re Carlo III:
alla sua prima missione da capo di Stato nel Paese oceanico del
Commonwealth, attesa a questo punto in pompa magna. Un portavoce
di Albanese ha d'altronde sottolineato come il premier laburista
abbia instaurato con Carlo, da lui apprezzato anche per la
sensibilità e lo storico impegno ambientalista, "una relazione
cordiale".
L'esecutivo australiano ha già perso nettamente nel 2023 un
referendum, convocato per cercare di attribuire diritti politici
extra agli aborigeni. Mentre risale a quasi 25 anni fa, ossia al
novembre del 1999, la precedente consultazione popolare sulla
questione 'monarchia o repubblica': sfociata all'epoca in una
vittoria dei sì al mantenimento del legame (ormai simbolico e
quasi decorativo) con la corona di casa Windsor con quasi il 55%
dei voti contro il 45.
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