Cresce in Giappone il timore del Big One, un terremoto di proporzioni devastanti, soprattutto dopo la scossa di magnitudo 7.1 dell'8 agosto nella regione sud occidentale del Kyushu, nel mezzo delle vacanze estive.
Una nuova scossa di analoga intensità si è ripetuta nella tarda mattinata di sabato nell'Hokkaido, a nord dell'arcipelago, comunque non collegabile all'allerta nazionale rilasciata dalle autorità, dicono i sismologi, ma che ha accresciuto la paura tra la popolazione che in alcune aree ha preso d'assalto i supermercati per fare scorte di acqua e provviste di riso
. Le autorità giapponesi hanno esortato la popolazione ad evitare di accumulare scorte mentre si è registrata una impennata nella richiesta di kit per disastri e beni di prima necessità. Ma in un supermercato di Tokyo è stato affisso un cartello che si scusava con i clienti per la carenza di alcuni prodotti, attribuita a "notizie dei media relative al terremoto".
Ad aumentare l'ansia dei giapponesi è stata anche la rinuncia del premier Fumio Kishida a un viaggio in Asia centrale: "In qualità di primo ministro con la massima responsabilità per la gestione delle crisi, ho deciso che resterò in Giappone per almeno una settimana", ha spiegato. Nei giorni scorsi gli scienziati della Agenzia meteorologica giapponese (Jma), che studiano i movimenti tellurici nella nazione con la maggiore attività sismica al mondo (in media 1.500 terremoti all'anno, alcuni dei quali impercettibili), hanno infatti avvisato su un possibile "mega-quake" che potrebbe provocare oltre 320 mila vittime, sebbene abbia specificato di non avere elementi per poter affermare che il cataclisma sia imminente e che l'allarme riguarda i prossimi 30 anni. Si tratta comunque del primo allarme di questo tipo, formulato con le nuove direttive create nel 2019 per segnalare chiare procedure di evacuazione nelle zone più a rischio, come l'aggregazione ai punti di raccolta, consigli sulle scorte di sopravvivenza, tra cui acqua, cibo, medicine, lista di contatti familiari e principi base di prevenzione all'interno delle proprie abitazioni.
Nel bollettino sono indicati anche i criteri di assistenza per le persone disabili e gli anziani, perché nulla deve essere lasciato al caso e all'improvvisazione in un Paese che fa della coesione sociale la prima regola di comportamento. In questo contesto l'area geografica è ben conosciuta: quella fossa del Nankai che si estende a circa 900 km al largo della costa a sud del Paese, pressoché parallela alla linea tettonica mediana giapponese, e che copre una faglia che è all'origine dei più devastanti terremoti degli ultimi secoli con una regolarità impressionante, in media ogni 125 anni. Nel 1707, un movimento tellurico provocò la frattura dei segmenti della placca Nankai con una magnitudo stimata 8.6, contribuendo ad innescare anche l'ultima eruzione del Monte Fuji. A quel sisma sono seguiti due potenti mega-terremoti, nel 1854 e poi un paio nel 1944 e nel 1946. A destabilizzare la percezione collettiva, anche il fatto che l'avviso della Jma coincide con la festività dell'Obon di metà agosto, una tradizione buddista che vede la popolazione giapponese spostarsi in massa, ricongiungendosi alle proprie famiglie per onorare gli spiriti dei propri antenati. Da qui alla prossima settimana le municipalità di oltre 700 cittadine e villaggi di 29 prefetture dell'arcipelago saranno sottoposte a speciale osservazione dalle autorità, comprese la centrali nucleari operanti, memori di quanto avvenuto a Fukushima nel 2011. Per tali motivi, la città balneare di Shirahama, nella prefettura di Wakayama, ha deciso di chiudere le sue spiagge per una settimana e ha annullato la festa con i tradizionali fuochi d'artificio.
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