La Corea del Nord ha affermato che
la sua analisi del registro di volo di un drone precipitato a
Pyongyang all'inizio di ottobre ha mostrato che il decollo è
avvenuto da un'isola di confine sudcoreana nel mar Giallo,
insistendo sul fatto che l'esercito di Seul sia il vero
responsabile delle incursioni sulla sua capitale. In precedenza,
lo Stato eremita aveva detto che i droni del Sud trasportavano
volantini anti-Kim e che era stati rilevati tre volte questo
mese, minacciando di rispondere con la forza se tali voli si
fossero verificati di nuovo.
Con l'annuncio dei risultati finali della sua indagine, il
ministero della Difesa del Nord ha riferito che il drone è
decollato dall'isola di confine della Corea del Sud di
Baengnyeong, nel mar Giallo, alle 23.25 locali (16.25 in Italia)
dell'8 ottobre, spargendo "spazzatura motivazionale politica"
nel cielo sopra le aree tra l'edificio del ministero degli
Esteri e la stazione della metropolitana Sungri a Pyongyang
all'1.32 del mattino, così come l'edificio del ministero della
Difesa all'1.35 del mattino, il 9 ottobre, ha riportato
l'agenzia ufficiale Kcna.
La Corea del Nord ha pubblicato mappa per mostrare la rotta
di volo del drone: i risultati "hanno dimostrato in modo netto
la natura provocatoria più sfacciata e volgare dei gangster
militari della Repubblica di Corea che hanno eluso con costanza
la responsabilità dell'intrusione illegale del drone nel cielo
sopra la nostra capitale", ha comentato un portavoce del
ministero della Difesa del Nord.
La Corea del Nord ha avvertito che "la fonte di tutte le
disgrazie e provocazioni scomparirà per sempre dall'offensiva
spietata" del Nord se la Corea del Sud violasse ancora una volta
la sua sovranità. L'esercito di Seul ha detto di non poter
confermare se le affermazioni del Nord sui droni siano vere,
avvertendo che Pyongyang affronterà "la fine del suo regime" se
causerà danni al popolo sudcoreano.
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