È morto all'età di 84 anni il
presidente della Tokyo Electric Power (Tepco), Tsunehisa
Katsumata, assurto tristemente agli onori della cronaca durante
la catastrofe di Fukushima, nel marzo del 2011.
La sua scomparsa precede la conclusione del processo per la sua
presunta incapacità di prevenire il disastro alla centrale
nucleare, innescato dal terremoto di magnitudo 9 e dallo
tsunami. Katsumata venne incriminato nel 2016, con l'accusa di
negligenza professionale, insieme ad altri dirigenti della Tepco
dell'epoca, per aver causato un numero di morti e feriti. L'anno
scorso, tuttavia, l'Alta Corte di Tokyo ha emesso un verdetto di
non colpevolezza, affermando che era impossibile prevedere il
gigantesco tsunami, e che l'azienda non poteva essere ritenuta
responsabile per non aver chiuso l'impianto. La battaglia legale
è poi proseguita fino alla Corte Suprema. A seguito della sua
morte, si prevede che il caso venga chiuso in base al Codice di
procedura penale.
Originario di Tokyo, e laureato alla prestigiosa Università
omonima della capitale, Katsumata era diventato direttore
esecutivo dell'operatore nel 2002, prima di assumere la carica
di presidente nel 2008. Si è dimesso nel giugno 2012, quando il
governo ha tecnicamente rilevato l'azienda. Katsumata e gli ex
dirigenti di Tepco sono stati citati in giudizio anche dagli
azionisti della società, e condannati dalla Corte distrettuale
di Tokyo nel 2022 a pagare circa 13.000 miliardi di yen
(equivalenti a 78,5 miliardi di euro) di danni. La causa è
ancora in corso dopo che gli imputati hanno presentato ricorso
contro la sentenza. La Tepco ha dichiarato che Katsumata è morto
il 21 ottobre.
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