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Corea Sud, approvato un nuovo mandato arresto per Yoon

Corea Sud, approvato un nuovo mandato arresto per Yoon

Dopo il fallito tentativo di catturarlo venerdì scorso

07 gennaio 2025, 15:47

Redazione ANSA

ANSACheck
Security personnel blocking an entrance gate to protect impeached president Yoon Suk Yeol © ANSA/AFP

Security personnel blocking an entrance gate to protect impeached president Yoon Suk Yeol © ANSA/AFP

I giudici sudcoreani hanno approvato un nuovo mandato di arresto per il presidente deposto Yoon Suk Yeol: lo hanno reso noto gli investigatori. 

   "Il mandato d'arresto richiesto per il sospetto Yoon è stato emesso oggi nel pomeriggio", ha dichiarato il Comando investigativo congiunto in un comunicato. Yoon, il cui fallito tentativo di imporre la legge marziale il 3 dicembre scorso ha fatto precipitare la Corea del Sud nella peggiore crisi politica degli ultimi decenni, ha rifiutato tre volte di essere interrogato. L'Ufficio per le indagini sulla corruzione (Cio), responsabile dell'inchiesta sul presidente deposto, non ha voluto rivelare la durata dell'attuale mandato, dopo la scadenza di quello iniziale di sette giorni. Se gli investigatori riuscissero nella loro missione, Yoon diventerebbe il primo presidente sudcoreano in carica (ma sospeso) a essere arrestato. Tuttavia, avrebbero solo 48 ore di tempo per richiedere un altro mandato di arresto per trattenerlo ulteriormente. In alternativa, sarebbero costretti a rilasciarlo.

   Gli investigatori sudcoreani aspettavano per oggi l'emissione di un nuovo mandato di arresto per Yoon Suk Yeol, non essendo riusciti ad eseguire il primo - scaduto ieri - a causa dell'ingente dispiegamento di soldati e membri della sicurezza a protezione del presidente deposto. Yoon rimane nel frattempo rintanato nella sua residenza a Seoul, per nulla intenzionato - a quanto pare - a rispondere alle domande dei giudici sulla sua breve imposizione della legge marziale nel Paese. Il primo mandato d'arresto, emesso il 31 dicembre, è scaduto alla mezzanotte di ieri (le 16:00 in Italia). Venerdì scorso gli inquirenti dell'Ufficio investigativo sulla corruzione (Cio), sono entrati nella sua residenza insieme a circa 80 agenti di polizia ma si sono scontrati con circa 200 soldati e agenti del Servizio di sicurezza presidenziale (Pss) e si sono ritirati - a mani vuote - dopo sei ore di teso faccia a faccia. Intanto. il Partito democratico, principale forza di opposizione, ha annunciato una denuncia contro l'attuale presidente Choi Sang-mok per "inadempienza ai propri doveri", dopo avergli chiesto invano di ordinare al PSS di non opporsi all'arresto.
   

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