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Yoon arrestato, si rifiuta di testimoniare

Yoon arrestato, si rifiuta di testimoniare

Il presidente sudcoreano deposto sotto impeachment per la breve imposizione della legge marziale del 3 dicembre non parla negli interrogatori avuti all'agenzia dell'anticorruzione (Cio)

PECHINO, 15 gennaio 2025, 10:47

Redazione ANSA

ANSACheck
South Korean impeached president Yoon Suk Yeol © ANSA/EPA

South Korean impeached president Yoon Suk Yeol © ANSA/EPA

Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol è stato arrestato. Lo ha riferito l'agenzia dell'anticorruzione (Cio) di Seul, facendo così dell'ex procuratore capo nazionale il primo presidente in carica - sia pure sospeso dalle sue funzioni a causa della procedura di impeachment in corso - nella storia della Corea del Sud a finire in manette. 

Yoon Suk-yeol, sotto impeachment per la breve imposizione della legge marziale del 3 dicembre, si è rifiutato di testimoniare negli interrogatori avuti all'agenzia dell'anticorruzione (Cio) subito dopo essere stato arrestato dalla polizia. Lo riferisce la Yonhap.

Nella notte gli agenti sono entrati nella residenza di Yoon dopo che il presidente deposto aveva finalmente accettato di presentarsi alle autorità per farsi interrogare.

Gli investigatori, dopo lunghi negoziati, sono riusciti al loro secondo tentativo ad arrestare Yoon presso la sua residenza: il mandato di cattura "è stato eseguito alle 10:33" (le 2:33 in Italia), ha riferito l'Ufficio d'indagine sulla corruzione per funzionari di alto rango (Cio), l'anticorruzione di Seul, escludendo qualsiasi ipotesi di comparizione volontaria. Le riprese in diretta tv trasmesse anche in streaming hanno mostrato un convoglio di veicoli, tra bus e auto della polizia, mentre lasciava il complesso della residenza presidenziale nel centro della capitale sudcoreana per dirigersi verso la sede del Cio di Gwacheon, a sud di Seul. L'anticorruzione, inoltre, non ha segnalato alcun confronto fisico a differenza di quanto accaduto nel primo tentativo di arresto del 3 gennaio, nel mezzo della mobilitazione di circa 3.000 agenti, parte di un'operazione che ha tenuto conto dei possibili scontri tra oppositori e sostenitori di Yoon. La polizia, tra l'altro, ha usato la forza per farsi largo tra la folla formatasi di fronte alla residenza presidenziale e per rimuovere le barricate che hanno trasformato la residenza in una sorta di bunker negli ultimi giorni, con tanto di filo spinato piazzato sui muri. Il precedente tentativo del Cio di arresto era fallito dopo uno scontro di sei ore con le guardie di sicurezza presidenziali, nel mezzo di tensioni e di timori per un potenziale conflitto armato.

 Yoon Suk-yeol, sotto impeachment per sovversione e abuso d'ufficio, aveva affermato di aver accettato e deciso di sottoporsi agli interrogatori dell'anticorruzione sulla breve imposizione della legge marziale del 3 dicembre al fine di evitare "spargimenti di sangue". A dispetto delle "numerose illegalità contestate all'inchiesta, ho deciso di rispondere all'ufficio investigativo sulla corruzione", ha detto Yoon in un messaggio video preregistrato, ribadendo di non accettare "la legalità dell'inchiesta" e precisando che si stava adeguando "per impedire qualsiasi sfortunato spargimento di sangue".
   

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