La minaccia di una rivoluzione bolscevica si annidava anche fra i pacifici Scout britannici.
Almeno ne erano convinti i servizi segreti di Sua Maestà, che dedicarono uomini e risorse alla 'caccia' dei comunisti infiltrati nel movimento giovanile, fra gli anni Venti e Cinquanta. E' quanto emerge dai documenti dei National Archives di Londra che sono stati pubblicati e rivelano come esponenti dell'estrema sinistra tentarono a più riprese di diffondere i loro ideali fra guide ed esploratori. Gli sforzi per capire il livello di pericolo vennero iniziati dall'MI5 (servizi segreti interni) nel 1920, con un memorandum dal titolo: 'Cosa sappiamo del movimento dei Boy Scout 'rossi' in questo Paese?'.
La domanda non era infondata. Furono diversi i tentativi di infiltrazione negli anni e alcuni andarono a buon fine. L'attenzione degli agenti di Sua maestà e della polizia erano costanti. Sempre nel 1920 vennero arrestati quattro uomini che cercavano di diffondere volantini di propaganda socialista durante un raduno in Inghilterra. Gli scout, come richiede il loro giuramento, dapprima aiutarono i quattro salvandoli dalla folla inferocita. E poi usarono i volantini per alimentare il fuoco dei loro bivacchi, sempre rispettosi dell'ambiente.
Gli anni Venti furono un periodo molto difficile per la Gran Bretagna, uscita dal Primo conflitto mondiale come vincitrice ma attraversata da fortissime tensioni sociali. E questo aveva ripercussioni anche sui giovani. I dirigenti comunisti vedevano infatti nelle nuove generazioni un veicolo fondamentale per diffondere i loro ideali. Nei documenti desecretati si parla del cosiddetto 'Erith Soviet Council', organizzazione di estrema sinistra che cercava di arruolare i leader degli scout.
Ma il maggiore 'pericolo' era rappresentato dalla Lega dei giovani comunisti, che tentò più volte di politicizzare il movimento. E il suo segretario, William Rust, nel 1927 si incontrò con Lord Baden-Powell, fondatore dello scoutismo, per discutere del fenomeno. Ma non venne trovata una soluzione alle 'infiltrazioni'. Nel 1931 intervennero di nuove le autorità per bloccare un reparto che aveva osato invitare un rappresentante comunista a parlare in un raduno.
I maggiori rischi si avevano quando c'erano forum internazionali fra gli scout con ''pericolosi'' elementi stranieri che portavano la minaccia comunista da altri Paesi. E lì gli agenti dell'MI5 non potevano arrivare. La 'caccia' si è fermata nei decenni successivi ma è ripresa poi nel pieno della Guerra Fredda. Negli anni Cinquanta, Paul Garland, 19 anni, venne espulso dai Boy Scout perchè si scoprì che era un menbro della Lega dei giovani comunisti. A quel tempo l'MI5 arrivò addirittura a intercettare le telefonate fra i dirigenti comunisti che discutevano del numero di loro simpatizzanti nel movimento giovanile. Si parlava di 50-60 persone e solo di due vennero rivelati i nomi.
E' probabile che anche in questo caso, come durante il maccartismo negli Stati Uniti, si sia trattato più che altro di una caccia alle streghe.
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