La 'guerra' del gas tra Russia e Ucraina torna a far tremare l'Europa. A tre mesi dalla chiusura dei rubinetti del metano russo per l'Ucraina - dai cui gasdotti passa metà del gas russo diretto in Europa -, il ministro dell'Energia di Kiev, Iuri Prodan, denuncia una riduzione del 25% del flusso di metano in arrivo dalla Russia e destinato al Vecchio Continente transitando. Mosca cerca di placare gli animi assicurando per bocca dell'ad di Gazprom, Alexiei Miller, di essere pronta "a soddisfare pienamente la crescente domanda di gas in Europa". Ma non è solo il gas a tenere alta la tensione.
Sul fronte del conflitto è da registrare che almeno 12 civili sono stati uccisi e altri tre sono stati feriti da proiettili di artiglieria sparati a dispetto della tregua su Donetsk, un'importante città dell'Ucraina sud-orientale controllata dai miliziani separatisti e assediata dalle forze di Kiev. Spari ed esplosioni si susseguono stamattina nella zona dell'aeroporto. Lo riferiscono le autorità locali citate dall'agenzia Interfax. Colpi di artiglieria si sono abbattuti sul quartiere Kiivski, dove alcune abitazioni sono in fiamme.
Intanto oggi il premier ucraino Arseni Iatseniuk ha minacciato di epurare un milione di persone. La legge votata ieri dal parlamento ucraino, ha spiegato il premier, per epurare da certe professioni chi è ritenuto compromesso con il vecchio governo di Viktor Ianukovich o addirittura - a oltre 20 anni di distanza dalla dissoluzione dell'Urss - con il Kgb in epoca sovietica, colpirà circa un milione di persone.
Iatseniuk commentando l'approvazione ieri da parte del parlamento di due leggi per concedere maggiore autonomia al sud-est e per amnistiare i miliziani filorussi, misure a suo parere necessarie per la pace e per evitare ulteriori vittime, ha ribadito che da parte di Kiev non ci sarà nessun riconoscimento delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.
Infine, il premier ha sottolineato che ogni giorno di guerra nel sud-est del Paese costa all'Ucraina 80 milioni di grivnie, cioè circa 4,75 milioni di euro.
Ue, amnistia e status est contributo soluzione crisi
L'Ue "accoglie con favore" le due leggi approvate dal Parlamento ucraino che concedono uno 'status speciale' ad alcuni distretti delle regioni separatiste del sud-est, e l'amnistia ai miliziani filorussi, e auspica "che questo sviluppo", assieme al rilascio degli ostaggi ed il rispetto della tregua (abbastanza precario), possano contribuire ad una soluzione politica sostenibile della crisi".
Lo afferma un portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna, che aggiunge: "Ci aspettiamo che la Russia ed i separatisti ricambino presto con l'attuazione dei punti pendenti dell'accordo di Minsk, in particolare il ritiro di gruppi armati illegali, di equipaggiamento militare, di combattenti e mercenari dall'Ucraina, così come con il mettere in atto un controllo del confine tra Russia e Ucraina, col monitoraggio dell'Osce".
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