Testimonianze drammatiche quelle raccolte alla frontiera tra Grecia e Macedonia, dove le autorità hanno dato l'ordine di bloccare l'ondata di profughi, soprattutto in fuga dalla guerra in Siria, ma anche dall'Iran o dall'Iraq. Le testimonianze seguenti - tre tra le decine disponibili - sono state raccolte sul sito macedone Faktor.
"Siamo andati via dall'Iran, abbiamo attraversato Turchia, Grecia, Macedonia - racconta un ragazzo di 14 anni -. Prima abbiamo viaggiato in aereo e poi in treno. Alla fine siamo andati a piedi, mia sorella non ce la faceva più, ma abbiamo proseguito. Siamo anche stati attaccati e rapinati". Hasan proviene dall'Iraq. Un giornalista gli chiede perché ha lasciato il paese. "Lavoravo come cameraman in televisione e ho fatto un film contro lo stato Islamico Ho dovuto scappare", racconta con uno sguardo triste, prima di aggiungere: "mio padre e alcuni amici miei sono stati uccisi dall'Isis. Se non si pensa come loro, si è immediatamente un nemico". Hasan è fuggito a nord dell'Iraq sfruttando, come quasi tutti, canali illegali.
Mahmoud è scappato invece da Idlib, una città nel nord-ovest della Siria. Si chiede perché non c'è un corridoio umanitario per attraversare il paese al sicuro. Non vuole restare in Macedonia, ma andare più ad ovest. "Quello che ci stanno facendo oggi non va bene - spiega -. Gli altri paesi non ci hanno impedito di passare. Perché ignorare i bambini, le donne incinte, i feriti ? Dove è l'umanità? Questa è l'Europa, non voglio vivere qui, lascerò questo posto, tra sei ore sarei altrove. Aprite le strade. Questa è la mia terra come anche la vostra. Sono un uomo come tutti gli altri. Non so dove sto andando, voglio giungere dove c'è umanità".
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