Altre navi e ulteriore personale sono arrivate sull'isola greca di Lesbo, su iniziativa del governo di Atene e dell'Unhcr, per gestire la situazione sempre più critica in cui si trovano circa 25.000 migranti in attesa dei permessi di viaggio, che vivono in condizioni igienico-sanitarie ormai insostenibili.
Un centro per la registrazione dei migranti è stato allestito in un campo di calcio abbandonato e sarà attivo 24 ore su 24 per i prossimi cinque giorni nell'isola di circa 86.000 abitanti situata nell'Egeo nordorientale, di fronte alle coste della penisola anatolica, che secondo il ministro dell'Immigrazione, Yiannis Mouzalas, è "sull'orlo dell'esplosione".
Proprio ieri l'Unhcr ha avvertito che il flusso di migranti e profughi verso l'Europa prosegue con "migliaia di nuovi arrivi ogni giorno" e che solo le isole greche hanno accolto oltre 30mila rifugiati, la maggior parte dei quali a Lesbo, dove i migranti sono esasperati dalle lentezze burocratiche per ottenere i permessi di viaggio necessari per salire sui traghetti e poi da Atene, attraverso i Balcani, proseguire verso il nord Europa.
Un'attesa sfibrante, tra caldo torrido e mancanza di servizi igienici e un posto dove dormire. Tanto che due giorni fa, nel porto di Mitilene, in 300 hanno tentato di sfondare le barriere che li separavano dal molo d'imbarco dei traghetti e sono stati affrontati con violenza dalla polizia antisommossa, come hanno denunciato i funzionari dell'Unhcr presenti nell'isola.
Ed è corsa contro il tempo anche per salvare vite umane nel mare greco: la Guardia costiera ha reso noto che le sue imbarcazioni hanno tratto in salvo circa 500 migranti nel corso di 11 operazioni nelle ultime 24 ore nel Mar Egeo orientale. I migranti si trovavano a bordo di piccole imbarcazioni, nei pressi proprio di Lesbo, ma anche nelle isole di Samos, Kos e Agathonissi.
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