La maxi-retata di domenica scorsa, con i blitz notturni di polizia, esercito e squadre speciali tra Bruxelles, Charleroi e Liegi avrebbe evitato un'ondata di attacchi nella capitale belga. Che ha rischiato di essere colpita come Parigi. La tesi è stata lanciata dai quotidiani economici belgi 'L'Echo' e 'De Tijd', francofono e fiammingo, nel giorno in cui dopo quattro giorni da città fantasma a Bruxelles riaprono le scuole - con 'assenze da paura' che la stessa ministro dell'Istruzione Joelle Milquet dà per "giustificate d'ufficio" - e le linee della Metro, dove però 35 stazioni su 69 sono rimaste chiuse per mancanza di sorveglianza armata nonostante l'arrivo di 300 poliziotti e 200 soldati a rinforzo nella Capitale. Il faticoso tentativo di ritorno alla normalità arriva dopo quattro giorni di città blindata. Il "cimitero vivente", come l'ha definita l'editorialista belga Beatrice Delvaux, è tornato (per lo più) al lavoro, ma l'allerta resta a livello 4 (su 4) a Bruxelles e Vilvoorde e a livello 3 in tutto il resto del paese.
Mentre continua la fuga degli introvabili, Salah Abdeslam ed il suo complice Mohamed Abrini, il ministro degli Esteri Didier Reynders rivela che il Belgio sta dando la caccia ad un gruppo di kamikaze. Non fa cifre precise in una intervista alla Abc trasmessa in serata dal tg della prima rete della tv pubblica Rtbf, ma ricorda che a Parigi è entrato in azione "un gruppo di 10-20 persone" e che a Bruxelles la minaccia "è la stessa". E indica che è contro "grandi magazzini e centri commerciali" la minaccia principale di attacco multiplo con "kamikaze" dotati di "armi pesanti", intendendo "fucili kalashnikov o forse anche più di questo". Intanto la capitale cerca di ritrovare una parvenza di normalità. Ufficialmente la minaccia terroristica resta "grave e imminente", ma la presenza di esercito e polizia nelle strade diventa un po' meno invasiva rispetto ai giorni scorsi. Davanti alle scuole la presenza dei poliziotti è più discreta di quanto ci si aspettasse. C'è chi se ne lamenta, chi è contento perché così non si spaventano i ragazzi.
Sugli attacchi "sventati dal blitz" di cui hanno parlato 'L'Echo' e 'De Tijd' citando fonti anonime "vicine all'inchiesta" e ripresi praticamente da tutti i media belgi, in serata il tg di Rtbf ridimensiona la portata del blitz. L'effetto - è stato detto "dopo aver verificato con più fonti" giudiziarie e del ministero degli Interni - è stato quello di aver "neutralizzato ma non distrutto" la cellula di supporto a Salah. Il ministro dell'Interno e vicepremier belga, Jan Jambon ha ripetuto quanto già detto dal premier Charles Michel pochi minuti prima del blitz, ovvero che domenica "effettivamente c'era una minaccia concreta ed imminente". E in una intervista alla tv fiamminga Vrt ha osservato che "non si sono materializzati".
Salah Abdeslam ed il suo complice Mohamed Abrini (il trentenne filmato con lui due giorni prima della strage del 13 novembre mentre fa benzina a Ressons, sull'autostrada in direzione di Parigi) intanto restano alla macchia. I due, come gli altri ricercati, "potrebbero essere anche fuori del Paese" ipotizza in serata Reynders, mentre il fratello del terrorista forse pentito ha ripetuto l'appello alla resa. A Salah, ha detto Mohamad Abdeslam, "non glielo chiedo solo io: se la parola di nostro madre e nostro padre può essere più forte, tengo a dirgli che sua mamma è molto inquieta e desidera che si arrenda". "Deve sapere che è già molto addolorata dalla perdita dell'altro figlio. Non vuole seppellirne un altro". Sul fronte dell'inchiesta, ferma a 5 arresti e 3 fermi da confermare, il tribunale oggi ha prolungato di un mese la carcerazione preventiva di Lazez A., uno degli 'autisti' di Salah dopo la strage di Parigi. In macchina, due pistole ("le ha comprate dal rigattiere, ha dato il nome di chi gliele ha date", sostiene il difensore) e macchie di sangue. "Se è di Salah avremo un problema, ma non è provato", aggiunge l'avvocato.
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