"A due anni dalla firma, l'accordo Italia-Libia sulle migrazioni, sostenuto dall'Unione europea, continua a produrre morti nel Mediterraneo e a favorire la detenzione nei centri libici di migliaia di uomini, donne e bambini in fuga da guerre e fame. In due anni sono annegate 5.300 persone, di cui 4000 solo nella rotta del Mediterraneo centrale". Lo denunciano Oxfam Italia e Borderline Sicilia in un rapporto pubblicato oggi.
Il testo "analizza a strategia messa in atto dal governo italiano e dall'Ue, che - incurante dei vincoli del diritto internazionale - mostra tutta la sua inadeguatezza nella gestione di politiche di ingressi regolari nel nostro continente e di meccanismi di redistribuzione automatica dei migranti tra gli Stati membri".
"È necessaria un'inversione di rotta, verso l'attuazione di politiche di aiuto e cooperazione improntate al rispetto dei diritti umani e alla costruzione di un ambiente sicuro in Libia e in Europa", ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia. "Riteniamo gravissimo che a due anni di distanza dalla firma del memorandum (mai ratificato dal Parlamento), alla luce degli innumerevoli rapporti internazionali che hanno denunciato la mancanza del rispetto dei diritti umani e la forte instabilità che continua a caratterizzare la Libia, l'Italia e l'Europa perseverino in politiche migratorie che saranno ricordate dalla storia come un crimine contro l'umanità", aggiunge Paola Ottaviano, avvocato di Borderline Sicilia.
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