"Le violazioni unilaterali dello
status quo sono il segno che al dialogo si sostituisce la forza.
E questo è certamente un segno di debolezza perché la forza
viene usata in assenza di altri argomenti. È qualcosa che ci si
poteva aspettare dato lo sviluppo di questi anni. Dispiace
perché è una ferita in più che brucia per i nostri fratelli
greci. Adesso bisogna vedere quali saranno i nuovi passi": lo
dice padre Francesco Patton, dal 2016 custode francescano di
Terra Santa, sulla Basilica di Santa Sofia divenuta di nuovo
moschea per volere del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
In una intervista realizzata dal giornalista Antonio
Sanfrancesco per il sito del settimanale Famiglia Cristiana
Patton spiega: "Credo che sia stato eloquente papa Francesco
nella breve frase che ha detto, nel tono, nelle pause,
nell'espressione del volto e nel movimento del capo". Io
"ritengo che sia poco prudente modificare uno status quo quando
riguarda luoghi santi o luoghi sensibili perché significa
introdurre uno squilibrio lì dove era stato faticosamente
raggiunto un equilibrio".
Patton risponde di non sapere cosa potrebbe accadere adesso:
"Non lo so ma so che quando qualcuno comincia a giocare al
rialzo smette solo se salta il banco o se perde tutto" anche
perché "la nostra esperienza a Gerusalemme ci dice che quando si
trattano i luoghi santi rivendicando un diritto esclusivo di
possesso e gestione si va incontro ad amarezze e sofferenze per
tutti".
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