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Brexit: status speciale a 4,7 mln di europei, restano in Gb

Brexit

Brexit: status speciale a 4,7 mln di europei, restano in Gb

Missione compiuta dell'Home Office. Ok a 98% italiani residenti

LONDRA, 26 febbraio 2021, 16:22

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/EPA

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 Il 98% dei cittadini italiani registrati fra coloro che vivono nel Regno Unito ha ottenuto il certificato digitale di residenza, indispensabile per restare a vivere e lavorare sull'isola dopo l'uscita di Londra dall'Ue con gli stessi identici diritti pre Brexit. E' quanto emerge da un bilancio bilancio stilato dalle autorità britanniche dell'Home Office, in vista della scadenza ultima (30 giugno 2021) per presentare la domanda dello status speciale garantito a tutti gli europei già presenti sull'isola fra coloro che ne faranno richiesta.
    Il bilancio indica che le richieste evase sono state in totale oltre 4,7 milioni, pressoché l'intera platea di cittadini di Paesi Ue registrati nel Regno al 2020, secondo le stime. E viene presentato come un successo dal ministero dell'Interno di Londra, che dichiara "missione compiuta". Il dettaglio italiano indica un totale di 472.300 richieste, di cui 441.310 andate a buon fine, con appena un 2% d'istanze respinte o ritirate. Per l'esattezza al 42% dei connazionali - terza comunità di 'continentali' più numerosa nel Regno - è stato riconosciuto il Settled Status, che dà diritto a rimanere sull'isola a tempo indeterminato e viene concesso a chiunque abbia alle spalle già 5 anni di residenza; mentre il 56% ha ottenuto il Pre Settled Status, permesso ponte per arrivare ai 5 anni e garantirsi poi quello indefinito.
    Percentuali analoghe vengono registrate anche a livello generale: su 4.916.280 le domande ricevute in totale (nel 90% dei casi da chi risiede in Inghilterra, Londra in primis), il 54% ha ricevuto il Settled Status, un 43% il Pre Settled Status, con meno di 150mila domande respinte o ritirate. La comunità di europei più numerosa decisa a restare sull'isola, secondo le statistiche britanniche, risulta quella polacca, seguita da quelle rumena, italiana, portoghese e spagnola.
   

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