Migliaia di armeni si sono
radunati per ricordare le uccisioni di massa subite da parte dei
turchi ottomani durante la prima guerra mondiale, una tragedia
che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe oggi
riconoscere formalmente come genocidio.
La mossa storica di Biden - mai nessun presidente americano
l'aveva fatto - rischia di infiammare ulteriormente le tensioni
di Washington con la Turchia, alleata sotto l'ombrello della
Nato. Gli armeni hanno cercato a lungo di far riconoscere a
livello internazionale come genocidio l'uccisione di 1,5 milioni
di persone durante il crollo dell'Impero Ottomano. Finora,
almeno 29 paesi - tra cui Russia e Francia - hanno riconosciuto
le atrocità come genocidio, nonostante una feroce opposizione
della Turchia.
Yerevan ha anche chiesto un risarcimento finanziario ad
Ankara e il ripristino dei diritti di proprietà per i
discendenti di coloro che furono uccisi nei massacri del
1915-1918. La Turchia nega la natura genocida degli omicidi,
sostenendo che da 300.000 a 500.000 armeni e almeno altrettanti
turchi morirono in conflitti civili quando gli armeni si
ribellarono contro i loro governanti ottomani e si schierarono
con l'invasione delle truppe russe.
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