"Il nome di Dio è stato disonorato: nella follia dell'odio, durante la Seconda guerra mondiale, più di centomila ebrei slovacchi furono uccisi. E quando poi si vollero cancellare le tracce della comunità, qui la sinagoga fu demolita". Così papa Francesco incontrando la comunità ebraica a Bratislava. "Il nome divino, cioè la sua stessa realtà personale, è nominata invano quando si viola la dignità unica e irripetibile dell'uomo, creato a sua immagine - ha affermato -. Qui il nome di Dio è stato disonorato, perché la blasfemia peggiore che gli si può arrecare è quella di usarlo per i propri scopi, anziché per rispettare e amare gli altri".
"Siamo uniti - lo ribadisco - nel condannare ogni violenza, ogni forma di antisemitismo, e nell'impegnarci perché non venga profanata l'immagine di Dio nella creatura umana", ha detto Bergoglio. "Cari fratelli e sorelle, la vostra storia è la nostra storia, i vostri dolori sono i nostri dolori", ha affermato il pontefice.
In queste terre, ha detto papa Francesco alle autorità della Slovacchia, "fino ad alcuni decenni fa un pensiero unico precludeva la libertà; oggi un altro pensiero unico la svuota di senso, riconducendo il progresso al guadagno e i diritti ai soli bisogni individualistici". "Oggi, come allora - ha aggiunto -, il sale della fede non è una risposta secondo il mondo, non sta nell'ardore di intraprendere guerre culturali, ma nella semina mite e paziente del Regno di Dio, anzitutto con la testimonianza della carità, dell'amore".
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