La crisi della lira turca non si
arresta e oggi la moneta nazionale ha toccato un nuovo record al
ribasso rispetto ad euro e dollaro perdendo dalla mattinata
oltre il 7% del proprio valore. Quando la svalutazione ha
superato il 5%, la Borsa di Istanbul ha sospeso momentaneamente
le negoziazioni come aveva già fatto la scorsa settimana per
tentare di limitare i danni provocati dal crollo della moneta
turca.
Il record negativo di oggi segue una tendenza al ribasso che si
è aggravata da settembre parallelamente a regolari tagli al
proprio tasso di interesse di riferimento decisi dalla Banca
centrale in linea con la visione economica del presidente Recep
Tayyip Erdogan. Da gennaio, la valuta nazionale ha perso oltre
la metà del proprio valore rispetto al dollaro e si è registrato
un diffuso aumento dei prezzi.
Il leader turco difende strenuamente l'idea di tenere bassi i
tassi e ha respinto le critiche della maggiore associazione di
industriali in Turchia Tusiad che aveva lanciato un appello
affinché i tassi venissero alzati. "I nostri cittadini non
saranno schiacciati dai tassi di interesse", ha affermato
Erdogan menzionando una "guerra di indipendenza economica" e
promettendo di abbassare l'inflazione che si attesta sul 21,3%
su base annua anche se i dati ufficiali sono contestati
dall'opposizione secondo cui l'aumento dei prezzi sarebbe più
alto. "In quanto musulmano continuerò a fare ciò che è
necessario come richiesto dal decreto divino (Nass)" ha
affermato il presidente turco.
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