L'Unione europea entro la fine di
febbraio dovrà buttare 55 milioni di dosi di vaccini anti Covid,
perché in scadenza, mentre all'Africa ne ha donate appena 30
milioni dall'inizio dell'anno. Nel frattempo in Africa, a causa
della scarsità di vaccini, appena l'11% della popolazione ha
ricevuto le prime due dosi e dall'inizio dell'anno si stima che
almeno 250 mila persone siano morte a causa del virus, quasi 7
mila al giorno.
È la denuncia diffusa da Oxfam ed Emergency, membri della
People's Vaccine Alliance, alla vigilia del summit tra i leader
dell'Unione europea e dell'Unione africana, in programma a
Bruxelles il 17 e 18 febbraio.
"Nonostante la retorica di una relazione speciale con
l'Africa, l'Unione europea, che al momento è il primo
esportatore di vaccini al mondo, ha dato la priorità alla
vendita di dosi prodotte in Europa ai Paesi ricchi in grado di
pagare prezzi esorbitanti facendo prevalere unicamente la logica
del profitto delle case farmaceutiche. Solo l'8% delle dosi
esportate è andato al continente africano. - hanno detto Sara
Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia e
Rosella Miccio, presidente di Emergency - BioNTech, l'azienda
tedesca partner di Pfizer, ha venduto solo l'1% del suo export
nei Paesi africani. Allo stesso tempo, fino ad oggi è l'Unione
europea, sotto la spinta della Germania, ad opporsi con maggiore
forza alla proposta di sospensione dei diritti di proprietà
intellettuale sui vaccini Covid, avanzata da India e Sud Africa
all'Organizzazione Mondiale del Commercio con il sostegno
dell'Unione africana e di oltre 100 paesi. Un passo che, se
accompagnato dalla condivisione di tecnologie e know-how,
consentirebbe la libera produzione di vaccini, test e cure,
bloccando lo sviluppo di nuove varianti del virus".
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