Le forze russe che occupano la città
ucraina di Mariupol hanno demolito 1.300 palazzi residenziali
senza rimuovere le centinaia di cadaveri rimasti tra le macerie,
secondo il sindaco Vadym Boychenko.
Il primo cittadino - fuggito da Mariupol verso il territorio
controllato dall'Ucraina -, afferma che in un primo tempo "gli
occupanti hanno coinvolto i residenti di Mariupol nello
smantellare con cura le macerie" ma quando poi hanno visto il
numero effettivo di corpi che venivano trovati hanno
immediatamente fatto allontanare i residenti locali. "Il numero
reale di cadaveri sotto le macerie delle case distrutte è
spaventoso - scrive Boychenko sul canale Telegram del Consiglio
comunale di Mariupol -. Tra le 50 e le 100 persone sono state
uccise in quasi tutti gli edifici distrutti e 1.300 palazzi sono
stati abbattuti" in città. Il sindaco aggiunge che poiché la
demolizione degli edifici è stata effettuata
indiscriminatamente, i corpi dei residenti di Mariupol uccisi
nei combattimenti sono stati portati in discarica insieme alle
macerie. Il Comune di Mariupol ritiene che almeno 22.000
residenti della città ucraina sudorientale siano stati uccisi
durante i primi tre mesi di guerra. "Purtroppo il numero reale
delle persone uccise potrebbe essere molto più alto di quanto
riportato", secondo Boychenko.
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