Seconda giornata di sciopero
nazionale, oggi, per migliaia di infermiere e infermieri del
servizio sanitario britannico (Nhs): impegnati come altre
categorie in un duro braccio di ferro con il governo
conservatore di Rishi Sunak per l'adeguamento dei salari oltre
il muro dell'inflazione galoppante e protagonisti giovedì d'una
prima protesta di portata nazionale, senza precedenti nel
settore.
L'astensione dal lavoro, proclamata dal Royal College of
Nursing (Rcn), sindacato di riferimento degli infermieri, sta
producendo disagi inevitabili per pazienti e famiglie negli
ospedali, negli ambulatori e in altre strutture. L'assistenza
vitale è assicurata, ma molti interventi ordinari (anche
essenziali) non sono garantiti.
Il premier Sunak intervistato dal Daily Mail, ha ribadito da
parte sua la linea "della fermezza" dell'esecutivo nei confronti
di questa come di altre categorie strategiche di servizio
pubblico del Regno scese sul piede di guerra (in primis nel
bellicoso settore ferroviario). Insistendo d'esser pronto a
negoziare, ma solo sulla base di adeguamenti ritenuti
sostenibili per il bilancio dello Stato. Mentre la leader
sindacale dell'Rcn, Pat Cullen, ha denunciato come rigido
l'atteggiamento del governo, avvertendo che la vertenza - dopo
la pausa prevista nel periodo di Natale e Capodanno - potrebbe
durare ancora a lungo nel 2023, fino a "sei mesi". Domani
scioperano intanto gli addetti delle ambulanze, i cui sindacati
si sono detti in grado di garantire il servizio solo per il
trasporto di persone in imminente pericolo di morte; e nemmeno -
ad esempio - per tutti i casi di sospetti attacchi di cuore.
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