"Ora dobbiamo seguire con grande attenzione cosa accadrà in Russia. Ad esempio nessuno sa con precisione chi sta seguendo, o seguirà, Prigozhin in Bielorussia. Per noi, come per Lituania e Lettonia, è fonte di preoccupazione". Margus Tsahkna è il ministro degli Affari Esteri dell'Estonia e in questa intervista concessa all'ANSA a margine del Consiglio Ue in Lussemburgo incoraggia gli alleati sia dell'Unione Europea che della Nato ad avere il coraggio di "prendere decisioni storiche". Perché Mosca, che a guidarla sia "Putin, Prigozhin o chicchessia", resterà "una minaccia".
"Lo diciamo da vent'anni e ora finalmente tutti capiscono che per fermare Putin bisogna agire: è una grande differenza rispetto alla situazione mentale di 15 anni fa, quando nessuno credeva che Mosca sarebbe stata così aggressiva e si pensava che Putin fosse una persona ragionevole con cui si poteva discutere, che si poteva legare a noi con accordi commerciali", ragiona Tsahkna. Certo, i Paesi europei hanno sensibilità diverse dovute ad una storia di relazioni differenti con la Russia ma la politica, nei sistemi democratici, è simile e ognuno ha degli elettori ai quali fare riferimento. Ecco, in Estonia (e nei Baltici in generale) sarebbe molto difficile spiegare alle persone perché non si è agito bene nel momento giusto. "Quel momento è ora".
Il summit dei leader Nato a Vilnius, secondo Tsahkna, è la cornice adatta per osare. "Gli alleati capiscono che l'Ucraina non può entrare nell'alleanza ora che c'è la guerra. Ma dobbiamo lanciare un messaggio a Kiev e al contempo a Putin. Che c'è un percorso per l'ingresso dell'Ucraina nell'Alleanza e nella famiglia europea. E per farlo dobbiamo andare oltre il linguaggio di Budapest. Ora stiamo discutendo la stesura della dichiarazione finale: abbiamo ancora un paio di settimane, c'è del lavoro da fare ma sono ottimista". D'altra parte, se nel passato era lecito domandarsi dove battesse il cuore dell'Ucraina, se nel campo occidentale o quello russo, quel dubbio è stato definitivamente risolto dagli ucraini, che hanno scelto "con chiarezza e per le generazioni a venire".
Il mondo è d'altronde cambiato dopo il 24 febbraio 2022 e "non ci possono essere più zone grigie nella sicurezza dell'Europa, persino gli svedesi hanno deciso di entrare nella Nato dopo due secoli di neutralità". I disordini osservati in Russia nel corso del fine settimana sono una ragione in più per non tentennare. "Putin oggi è più debole agli occhi di Cina, India e Sud Globale, è indubbio. E questa per noi è una grande opportunità per offrire al resto del mondo altre opzioni: dobbiamo cambiare la nostra mentalità".
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