La Russia ha concluso oggi la
procedura per ritirarsi dal Trattato sulle forze convenzionali
in Europa (Cfe), al quale aveva già sospeso la sua
partecipazione negli anni passati: lo annuncia il ministero
degli Esteri di Mosca sul suo sito web ufficiale. "La procedura
prevista dal Trattato Cfe per il ritiro della Russia da questo
trattato si è conclusa alla mezzanotte del 7 novembre 2023.
Pertanto, il documento giuridico internazionale, la cui validità
il nostro Paese ha sospeso nel 2007, è diventato per noi
storia", ha dichiarato il dicastero russo.
Il presidente russo Vladimir Putin aveva firmato una legge
per il ritiro di Mosca dall'intesa a maggio, cioè poco più di un
anno dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte delle
truppe russe.
L'accordo risale al 1990 e poneva dei limiti al numero di
armi convenzionali che la Nato e i Paesi allora nel Patto di
Varsavia potevano dispiegare in Europa. Il crollo del'Unione
Sovietica nel 1991 aveva portato ad un totale cambiamento degli
equilibri strategici, inducendo la Russia a ratificare nel 1999
una versione aggiornata del trattato. Nel 2007 aveva imposto
tuttavia una moratoria all'osservanza del trattato e nel 2015
aveva sospeso la propria partecipazione all'organo consultivo
lamentando che i Paesi della Nato non lo avevano ratificato.
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