Re Carlo III potrebbe abdicare "fra
5 o 10 anni". Ad azzardare la previsione è il Daily Mail,
tabloid simbolo della stampa popolare britannica più
sensazionalista, indicando un termine tanto vago quanto privo al
momento di riscontri. Ma rilanciando comunque una suggestione
evocata un paio di giorni fa in toni più seri sul progressista
Guardian dall'opinionista Simon Jenkins, alla luce della scelta
dell'83enne regina di Danimarca, Margrethe, che a Capodanno ha
annunciato la rinuncia alla corona a beneficio dell'erede
Frederik.
Jenkins, corsivista indipendente del Guardian (spesso più
anticonformista rispetto alla linea editoriale del medesimo
giornale), ha dedicato questa settimana la rubrica di cui è
titolare proprio al 75enne Carlo, salito al trono poco più di un
anno fa, alla morte della madre Elisabetta II, dopo un'attesa di
ben sette decenni all'ombra della longeva matriarca di casa
Windsor. E non ha mancato di elogiarlo come un sovrano degno di
rispetto, divenuto ai suoi occhi in questi mesi una figura
"attiva e popolare", tanto da essersi in qualche modo
"guadagnato" il diritto a a regnare "dopo un periodo di
apprendistato tanto lungo". Ma lo ha invitato a progettare le
tappe d'un passaggio di consegne pilotato col primogenito
William, indicando in anticipo la scadenza d'una ipotetica
futura abdicazione a favore di un re più giovane e rinunciando
alla tradizione secondo cui un monarca regna di regola sino alla
morte. Soluzione adeguata, nelle sue parole, alla "monarchia
costituzionale" della Gran Bretagna di oggi - più solenne
rispetto al modello scandinavo, eppure in sostanza ormai non
diversa da quella danese - e all'intenzione riconosciuta a Carlo
III di voler interpretare "i segni dei tempi".
Nessuno - elucubrazioni del Mail a parte - sa peraltro se il
suggerimento possa essere preso in considerazione a Buckingham
Palace (o quando). Suggerimento che del resto Simon Jenkins
rivolse a suo tempo invano (in quel caso a beneficio di Carlo)
già a Elisabetta: ringraziandola per il rigoroso servizio alla
nazione, ma argomentando che un Paese moderno non potesse più
avere un capo di Stato ultranovantenne.
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