(ANSA-AFP) - OSLO, 09 GEN - Anders Behring Breivik, il
pluriomicida norvegese che nel 2011 uccise 77 persone, presenta
ancora il rischio di "violenza totalmente sfrenata". Lo ha
affermato, nel corso dell'udienza odierna, lo Stato norvegese
citato in giudizio dal neonazista, convinto che il suo regime
carcerario violi i suoi diritti umani.
Detenuto da solo in un'unità di massima sicurezza, Breivik,
44 anni, sostiene che il suo isolamento da quasi 12 anni viola
l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo,
che proibisce "punizioni o trattamenti inumani o degradanti".
Il processo, apertosi ieri, si svolge per motivi di sicurezza
nella palestra del carcere di Ringerike dove l'estremista sta
scontando la sua pena. Dodici anni dopo aver compiuto l'attacco
più sanguinoso sul suolo norvegese dalla Seconda Guerra
mondiale, il querelante presenta ancora "un rischio
assolutamente estremo di violenza sfrenata", ha assicurato
l'avvocato dello Stato Andreas Hjetland.
Dall'udienza odierna è emerso inoltre che Breivik aveva
tentato il suicidio nel 2020 impiccandosi con un asciugamano ma,
hanno sostenuto i rappresentanti dello Stato, avendo anche cura
di avvertire le guardie. L'estremista ha anche avviato una
campagna di disobbedienza nel 2018 disegnando iscrizioni, in
particolare una svastica, sui suoi escrementi, gridando "Sieg
Heil" o osservando uno sciopero della fame. "Non vi è ancora
alcuna indicazione di danni (psicologici, ndr) legati
all'isolamento o di tendenze suicide", ha assicurato l'avvocato
Kristoffer Nerland, riferendosi semplicemente ad "episodi
depressivi" legati a "disturbi della personalità" rilevati dagli
psichiatri. (ANSA-AFP).
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