La leader dello Sinn Fein, Mary Lou
McDonald, ha affermato che un'unificazione dell'Irlanda è a
"portata di mano in termini storici" dopo l'accordo raggiunto
sulla fine dello stallo politico in Irlanda del Nord segnato da
due anni di paralisi totale delle istituzioni di Belfast.
Ci si attende in base ai risultati delle ultime elezioni
nella provincia del Regno Unito che la vice di McDonald,
Michelle O'Neill, sia ufficialmente nominata 'first minister',
la prima per la compagine repubblicana, in un nuovo esecutivo
locale insieme agli unionisti del Dup, in seguito alla loro
decisione di ritornare alla condivisione del potere prevista
dall'accordo di pace del Venerdì Santo siglato nel 1998 a
conclusione del sanguinoso conflitto dei Troubles.
Se questo già è un passaggio molto importante per lo Sinn
Fein in realtà una possibile unificazione dell'isola non appare
così a portata di mano considerando le condizioni necessarie per
arrivare a un referendum sul futuro della provincia, previsto
come opzione all'interno del Good Friday Agreement. Intanto il
ministro per l'Irlanda del Nord, Chris Heaton-Harris, ha
formalizzato nel Parlamento di Westminster l'intesa raggiunta
fra le opposte fazioni andando incontro con una nuova legge ad
hoc alle richieste degli unionisti, contrari ai termini del
Windsor Framework, l'accordo post-Brexit sullo scambio di merci
tra Londra e Bruxelles che ha modificato il Protocollo per
l'Irlanda del Nord. Ma il ritocco legislativo previsto dal
Regno, basato sulla tutela del legame fra Belfast e Londra e la
conferma all'assenza di barriere nel commercio interno di merci
fra l'Ulster e il resto del Paese, è una materia delicata e
potrebbe anche scatenare reazioni da parte di Bruxelles dopo i
lunghi e difficili negoziati per arrivare al Windsor Framework,
visto dall'Ue come accordo risolutivo.
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