"Per quanto mi riguarda i fatti
dovranno essere accertati ma il dubbio è che Navalny sia stato
fatto morire. Non sappiamo se sia stato ucciso da un killer ma
si può provocare la morte di una persona anche con una
detenzione incompatibile con la vita e questo è successo. Lui
stava in un gulag come quelli che usava l'Unione Sovietica in
una regione della Russia dove c'è un clima invivibile. Io non so
cosa sia successo, è vero che bisogna accertare la verità, ma la
morte di Navalny se non è stata provocata direttamente lo è
stata in maniera indiretta". Lo afferma il vicepremier Antonio
Tajani parlando della morte di Navalny.
"Ho ribadito" alla moglie di Navalny "la solidarietà del
governo italiano, il nostro impegno per difendere libertà,
democrazia, libertà di opinione. Abbiamo chiesto la liberazione
di tutti i detenuti politici in Russia e continueremo a
difendere il diritto di ogni cittadino di poter esprimere le
proprie idee. Ho fatto svolgere un minuto di silenzio in
apertura dei lavori del G7 a Monaco sabato scorso, quindi la
nostra posizione è chiara. Ieri un'ampia delegazione di Forza
Italia con i dirigenti ed i giovani ha partecipato convintamente
alla manifestazione in Campidoglio. Per noi non ci sono che
parole di condanna", ha aggiunto Tajani.
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