Crescono le pressioni dei media su
Kensington Palace, residenza ufficiale dell'erede al trono
britannico William, alla ricerca di spiegazioni per il passo
falso senza precedenti commesso ieri con la pubblicazione d'una
fotografia di Kate, consorte del primogenito di Carlo III,
rivelatasi poi ritoccata secondo il giudizio unanime della
maggiori agenzie fotogiornalistiche mondiali. L'immagine - la
prima ufficiale della principessa di Galles diffusa dalla corte
dopo due mesi e mezzo di assenza totale dalla scena pubblica, e
a quasi due mesi dal misterioso intervento chirurgico all'addome
subito alla London Clinic a metà gennaio, raffigurante una Kate
sorridente con i 3 figli nel giorno della Festa della Mamma
britannica - è stata ritirata in quanto sospetta di
"manipolazione" ieri sera dall'agenzia americana Ap, seguita
dalla britannico-canadese Reuters. E nelle ore successive pure
dalla francese Afp, nonché dal colosso Usa delle foto Getty.
Una vera debacle per la macchina di pr dei principi di
Galles, alla prese con l'effetto boomerang di un'operazione
concepita per rassicurare l'opinione pubblica e diradare i dubbi
- oltre che le ipotesi complottistiche più inverosimili
circolate sul web - che il riserbo strettissimo osservato
durante la lunga convalescenza della 42enne Kate ha finora
alimentato. Kensington Palace per il momento si è rifiutato di
commentare. Ma l'imbarazzo appare palpabile e persino gli organi
d'informazione britannici più istituzionali e più utilizzati
dalla monarchia per le sue comunicazioni, dall'emittente
pubblica Bbc all'agenzia nazionale Pa (che inizialmente non ha
ritirato lo scatto sospetto, attribuito dal palazzo direttamente
alla mano di William), sollecitano in queste ore chiarimenti dal
palazzo.
Lo stesso principe ereditario è intanto atteso oggi al
fianco della regina Camilla - che torna in pubblico dopo una
settimana di riposo - alle cerimonie del Commonwealth Day.
Appuntamento a cui dovranno rappresentare re Carlo, assente come
previsto avendo eliminato gli impegni ufficiali esterni per la
durata della terapia oncologica cui è sottoposto dopo la
recente diagnosi di cancro.
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