"Non ci arrenderemo". Sono le parole di Leonid Volkov, braccio destro e grande amico personale di Alexei Navalny, dopo l'aggressione a martellate subita ieri in Lituania. "Lavoreremo e non ci arrenderemo", ha scritto su Telegram aggiungendo che l'attacco, costatogli la rottura di un braccio, è stato un "caratteristico saluto da bandito" da parte degli scagnozzi di Putin.
La polizia lituana ha annunciato di aver aperto un'inchiesta penale su quanto accaduto. Il vice capo della polizia Saulius Tamulevicius ha detto che gli investigatori stanno esaminando varie teorie, ma non ha fornito dettagli. "Stiamo adottando tutte le misure necessarie per chiarire i motivi e le cause del crimine. Si stanno valutando diverse versioni", ha detto alla radio Lrt. L'aggressione contro Volkov è avvenuta pochi giorni prima delle presidenziali russe del 15-17 marzo e a meno di un mese
dalla morte di Navalny.
Per le autorità di Vilnius l'aggressione è stata probabilmente "organizzata dalla Russia". il cui scopo "era quello di fermare la messa in atto dei progetti dell'opposizione russa".
"Attacchi come questo non possono che essere pianificati. Ma credo che a Putin possiamo solo dire una cosa: qui nessuno ha paura di te". Lo ha affermato il presidente lituano, Gitanas Nauseda.
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