L'isola di Gavdos, un puntino sulla
mappa a sud di Creta e confine meridionale d'Europa, da gennaio
è diventata il nuovo approdo scelto dai trafficanti di esseri
umani per far sbarcare i migranti in arrivo dall'Africa. Lo
riferisce il Guardian citando i dati forniti dall'Agenzia delle
Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr): in tre mesi 1.186
egiziani, pakistani e bengalesi sono arrivati a Gavdos. Nello
stesso periodo dell'anno scorso c'erano stati "zero arrivi" sia
a Creta che nella minuscola isola sabbiosa identificata come il
sito della mitica Ogigia, dove Calipso tenne prigioniero Ulisse.
Il timore delle autorità greche è che questo triangolo di
dune che s'affaccia sul Mar Libico sia il nuovo accesso
all'Europa nei piani dei trafficanti che caricano persone in
fuga dall'Africa. Sull'isola vivono stabilmente circa 70
persone, quasi tutti anziani, d'estate arrivano i turisti
perlopiù in tenda, niente a che vedere che gli hotel di lusso e
le ville con piscina di Mykonos e Santorini. Non esistono
strutture di accoglienza per i migranti in arrivo dalla Libia. A
sorvegliare questo avamposto battuto dal vento c'è l'agente di
polizia Efsevios Daskalakis: "È incredibile. Più di 800 anime in
pochi mesi sono sbarcate sulle nostre coste. Sono soprattutto
giovani, arrivano esausti dopo aver affrontato il pericoloso
viaggio di 180 chilometri dalla città portuale di Tobruk. La
prima cosa che fanno è chiamare il numero di emergenza, poi
vengo avvisato dalla centrale. Non c'è strada quindi devo andare
a recuperarli a piedi se il mare è troppo mosso". La sindaca
Lilian Stefanaki lancia l'allarme: "L'altro fine settimana
abbiamo avuto 150 persone arrivate dalla Libia su tre barche
sovraffollate. Siamo spinti al limite perché non ci sono
infrastrutture per ospitarli a Gavdos".
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