La scrittrice britannica JK
Rowling, popolare nel mondo come autrice della saga di Harry
Potter e paladina femminista della difesa di una linea
distintiva biologica fra donne e uomini, non sarà indagata dalla
polizia per i suoi messaggi polemici contro la stretta
legislativa locale approvata in Scozia in materia di
"istigazione all'odio" verso i trans. Lo ha annunciato la stessa
Police of Scotland in una nota, precisando di aver condotto una
verifica sulla base delle segnalazioni di attivisti vari, ma di
aver concluso che le sue espressioni non hanno rilevanza penale
neppure alla luce dell'ultimo giro di vite normativo.
Nei messaggi diffusi nei giorni scorsi attraverso il
proprio profilo X, l'autrice - inglese di nascita, scozzese di
residenza - aveva denunciato la nuova legge come una minaccia
alla libertà di espressione. Sfidando le autorità ad arrestarla
dopo essere tornata a indicare nero su bianco come "uomini",
biologicamente parlando, una decina di persone transgender
protagoniste di casi di cronaca recenti nel Regno Unito: persone
(quali ad esempio uno stupratore condannato dichiaratosi trans
solo dopo l'arresto) bollate dalla madre letteraria di Harry
Potter come "misogine", nonché opportunistiche" nella loro
transizione sessuale.
Sulla carta la riforma scozzese - criticata anche dal
governo centrale britannico Tory di Rishi Sunak, che ha a
disposizione la strada del veto costituzionale per bloccarla -
prevede aumenti di pena fino a 7 anni di reclusione per atti
riconosciuti come istigazione ai danni delle minoranze sessuali.
E cita esplicitamente il "reato" di disconoscimento
dell'identità transgender.
La decisione della polizia di non perseguire Rowling è
stata definita "molto deludente" da Katie Nevees, donna trans
nominata delegata britannica all'Onu sulle questioni femminili,
che tempo fa la scrittrice aveva additato come "un uomo
eterosessuale trasformatosi in donna lesbica a 48 anni". "JK
Rowling fa del bullismo e questa nuova legge dovrebbe servire
proprio a punire i bulli", ha sostenuto Nevees, asserendo
d'essere stata bersaglio del suo "incitamento all'odio" in
passato e di aver "ricevuto per questo migliaia di messaggi"
ostili.
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