In Islanda il nuovo leader del partito conservatore, Bjarni Benediktsson, considerato politico esperto sebbene sia stato coinvolto in passato in alcuni scandali, è stato nominato nuovo primo ministro, al posto di Katrin Jakobsdottir.
Benediktsson, 54 anni, del Partito dell'Indipendenza, dallo scorso ottobre era ministro degli Esteri, ha guidato il dicastero delle Finanze dal 2017 al 2023 dopo esser già stato premier da gennaio a novembre del 2017. Ma è stato messo sotto accusa 15 anni fa per il 'crac finanziario' islandese del 2008 e il suo nome è comparso nello scandalo dei Panama Papers, il leak che ha messo a nudo evasori e paradisi fiscali a livello planetario. Come membro del partito di maggioranza relativa, che ha 16 seggi in Parlamento, è stato nominato primo ministro in base a un accordo fra i tre partiti che compongono la maggioranza di sinistra-destra che governa l'isola.
La 48enne Jakobsdottir, che ha guidato la coalizione di governo dal 2017, ha fatto un passo indietro per puntare alla presidenza della Repubblica dell'isola nord-atlantica nelle elezioni del prossimo giugno.
"Il governo è dalla parte della stabilità politica", ha dichiarato in una nota il Partito dell'Indipendenza, nell'annunciare la nomina di Benediktsson a nuovo premier. Il dicastero degli Esteri, da lui lasciato vacante, è stato assegnato alla ministra delle Finanze, Thordis Gylfadottir, anche lei dello stesso partito conservatore e già a capo della diplomazia dal 2021 al 2023, al cui posto subentra Sigurdur Ingi Johansson, del Partito progressista.
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