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Arrestato il generale russo Popov, criticò i vertici 

Arrestato il generale russo Popov, criticò i vertici 

Accusato di 'frode'. 14 anni per 'tradimento' anche ad un fisico 

MOSCA, 21 maggio 2024, 20:02

Redazione ANSA

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Il generale russo Ivan Popov - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ivan Popov era tra i principali comandanti delle forze russe che hanno invaso l'Ucraina. Ma ora le cose sembrano essere radicalmente cambiate per lui. La scorsa estate suscitò enorme scalpore un file audio in cui quello che i giornali identificano come il generale Popov raccontava di essere stato rimosso dal comando della 58/a armata per aver denunciato ai suoi superiori la drammatica situazione al fronte, con "morti e feriti in massa" tra le truppe del Cremlino e un sostegno dell'artiglieria secondo lui inadeguato. Ora Popov potrebbe aver ricevuto una batosta ancora più dura: stando alle agenzie di stampa russe, il generale sarebbe stato infatti arrestato con accuse di "frode". E ovviamente non si può escludere che dietro vi sia la possibile perdita di ogni sostegno all'interno del regime. Soprattutto dopo che ha puntato il dito contro i pesi massimi dell'esercito russo proprio all'indomani della rivolta armata dei mercenari della Wagner. "Siamo stati colpiti alle spalle dal nostro comandante superiore, che ha decapitato proditoriamente e vilmente l'esercito nel momento più difficile e teso", avrebbe detto Popov secondo l'Afp. Parole che difficilmente passano inosservate nei palazzi del potere di Mosca. Il Cremlino sta cambiando in parte i vertici militari dicendo anche di voler sradicare la corruzione. Nelle ultime settimane sono stati arrestati con accuse di corruzione il vice ministro della Difesa Timur Ivanov e il generale Yuri Kuznetsov. E la settimana scorsa l'economista Andrei Belousov è diventato ministro della Difesa al posto di Sergey Shoigu, un fedelissimo di Putin a cui è stata comunque affidata la guida del Consiglio di sicurezza russo. Resta intanto avvolto nel più fitto mistero il caso di Anatoly Maslov, l'anziano scienziato condannato oggi a 14 anni in un carcere di massima sicurezza per accuse di "alto tradimento" che lui respinge fermamente. Il processo contro il ricercatore capo dell'Istituto di meccanica teorica e applicata di Novosibirsk si è svolto a porte chiuse a San Pietroburgo. E c'è chi nutre seri dubbi sulla fondatezza delle accuse contro di lui. Maslov si occupava di velocità ipersonica e almeno altri tre scienziati dello stesso centro sono stati accusati di "tradimento" dalle autorità russe. E tutti si dicono innocenti. Secondo Novaya Gazeta Europe, Maslov potrebbe essere stato accusato di aver trafugato all'estero "informazioni sulle armi ipersoniche". Tuttavia - scrive sempre la testata - la rivista scientifica T-Invariant sostiene che "l'arresto di Maslov sia più probabilmente legato alla sua partecipazione a un progetto di ricerca dell'Ue sulle armi ipersoniche volto a rafforzare la collaborazione scientifica tra Russia e Ue". Secondo il giornale, si tratterebbe insomma di accuse infondate. Accuse che arrivano tra l'altro in un momento in cui Mosca sta aumentando repressione e controllo sulla società. Dell'innocenza di Maslov e colleghi si dicono certi gli altri scienziati dell'istituto, che sospettano che le imputazioni arrivino da dichiarazioni in conferenze all'estero, pubblicazioni di testi scientifici e partecipazione a progetti internazionali. "Qualsiasi articolo o rapporto potrebbe diventare motivo di accusa di tradimento. Ciò per cui siamo ricompensati e per cui siamo diventati un esempio oggi diventerà la causa di un procedimento penale domani", hanno denunciato in una lettera aperta.
   

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