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Ursula chiude a Ecr, patto di non belligeranza con Meloni

Ursula chiude a Ecr, patto di non belligeranza con Meloni

Attesa per il colloquio. Domani la conferma di Metsola al Pe

STRASBURGO, 15 luglio 2024, 21:10

dell'inviato Michele Esposito

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© ANSA/EPA

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I Verdi quasi a bordo. Il richiamo all'unità dell'Europa contro chi, come Viktor Orban, quell'Europa la vuole distruggere. Il patto di non belligeranza da siglare con Giorgia Meloni in una telefonata che, in contenuti e tempistiche, resta avvolta nel mistero. Ursula von der Leyen si prepara alla settimana che, salvo clamorosi colpi di scena, dovrebbe portarla di nuovo alla testa dell'Ue.

La strategia dell'inclusione sembra aver dato i suoi frutti. Di fronte alla trappola dei franchi tiratori in Ppe, Socialisti e Liberali, von der Leyen ha risposto allargando il perimetro della maggioranza, con una virata sulla messa a punto del Green Deal che ha convinto i Verdi e ha aperto un canale perfino con la Sinistra. Alla presidente della Commissione designata resta solo la riunione con i Conservatori, in programma martedì mattina.

E' probabile che nell'incontro von der Leyen ponga l'accento su uno dei temi più cari a Ecr, la migrazione. L'obiettivo dell'ex ministra della Difesa è trovare punti in comune, non alleati stabili. "Non ci sarà alcuna cooperazione strutturale con Ecr", ha ribadito von der Leyen al M5S nel corso dell'incontro con The Left. C'è, tuttavia, una trattativa parallela che attende la presidente della Commissione, ed è quella con Giorgia Meloni. L'attesa telefonata tra le due è stata confermata nuovamente da fonti europee.

Non è detto che abbia luogo prima dell'incontro tra von der Leyen e il gruppo. E non è detto che porti ad una posizione ufficiale di Fratelli d'Italia favorevole a von der Leyen. Anzi, nei corridoi dell'Eurocamera c'è chi è pronto a scommettere che, alla fine, i meloniani si asterranno. Al momento in quel gruppo Ursula può contare sul sì dei belgi di N-Va e dei cechi di Ods. Il resto della delegazione - senza contare Fdi - potrebbe votare contro, anche se tra i polacchi del Pis filtra un inedito possibilismo. Altro conto è ciò che avverrà nel voto segreto: in quel caso, nella scelta dell'eurodeputato o della delegazione, non conteranno solo le priorità del programma dei prossimi cinque anni. Conteranno, molto più prosaicamente, le poltrone. E' di programma, tuttavia, che von der Leyen ha parlato nella riunione con la Sinistra. La bozza del suo intervento di giovedì mattina consta di circa trenta pagine. "Prosperità, democrazia e sicurezza" saranno i tre pilastri. Alla Sinistra von der Leyen ha assicurato di voler tenere la "barra dritta" sugli obiettivi del 2030 e del 2050 della transizione ecologica. E, allo stesso tempo, ha tracciato una linea di demarcazione tra il gruppo dei Patrioti, quello di Europa delle nazioni sovrane e tutti gli altri. Con i primi due, guidati da Orban, Lega, Marine Le Pen e Afd, non ci sarà alcun dialogo. Con tutti gli altri sì.

"Se siamo uniti come Ue possiamo superare montagne", ha scandito von der Leyen indicando, tra le date chiave nel futuro anche dell'Europa, le elezioni americane di novembre. Von der Leyen, nel corso delle sue riunioni, ha disegnato i suoi interventi a seconda dell'interlocutore. A tutti ha spiegato che vuole creare un mercato unico della difesa e istituire un commissario per il settore. E ha promesso di affrontare il tema dell'emergenza abitativa, anche in questo caso aprendo ad una delega ad hoc a Palazzo Berlymont. Ha, inoltre, sottolineato la grande attenzione che la Commissione avrà al comparto dell'agricoltura dove, ha spiegato, è necessario comunque un ricambio generazionale. La Sinistra ha concluso la riunione mantenendo il suo 'no' per il voto di giovedì ma, di certo, non saranno fatte barricate. I 53 voti dei Greens, invece, per Ursula sono quasi sicuri. Subito dopo i Verdi chiederanno che un documento scritto certifichi il loro ingresso in maggioranza. Molto potrebbe dipendere anche da quanto i loro voti siano decisivi. Ma, stando agli ultimi calcoli, a salvare von der Leyen, questa volta, potrebbero essere proprio gli ecologisti. Chi non avrà bisogno di aiuto è Roberta Metsola: domani sarà di nuovo presidente dell'Eurocamera con una maggioranza solidissima.

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