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'Nel 2022 la Russia fu posta in allerta nucleare'

'Nel 2022 la Russia fu posta in allerta nucleare'

Disertore svela: 'Come se dovessimo condurre uno strike atomico'

LONDRA, 26 novembre 2024, 18:54

Alessandro Logroscino

ANSACheck
A Russian soldier uses his mobile phone on Red Square outside the Kremlin in Moscow © ANSA/EPA

A Russian soldier uses his mobile phone on Red Square outside the Kremlin in Moscow © ANSA/EPA

La Russia fu posta in stato di massima allerta nucleare nel febbraio del 2022, all'inizio della guerra con l'Ucraina, pronta a rispondere ad ipotetici attacchi altrui e - chissà - a un passo dal potenziale momento di non ritorno. Almeno a credere alla voce anonima di un uomo presentato dalla Bbc nelle vesti di disertore russo di primo piano: di ex ufficiale d'una base delle forze non convenzionali di Mosca riparato mesi fa in un imprecisato Paese estero dopo la fuga.
    In un'intervista dagli echi apocalittici trasmessa dall'emittente britannica, la gola profonda russa (indicata col nome di facciata di Anton, a tutela della sua sicurezza) evoca l'esperienza vissuta nella base di appartenenza, oltre due anni e mezzo fa. E racconta come, nelle ore del via all'invasione russa su vasta in Ucraina, quella struttura messa venne messa in stato di preallarme totale. "Prima di allora - afferma - avevamo avuto solo esercitazioni. Ma il giorno in cui è iniziata la guerra, le armi erano tutte al loro posto", come se dovessimo tenerci "pronti a scatenare le nostre forze in mare e in aria e, in teoria, a condurre uno strike nucleare".
    Il militare aggiunge che quel medesimo giorno la sua unità fu "chiusa all'interno della base", in assetto da combattimento, e che quel livello di stato di allerta fu poi revocato nel giro di due o tre settimane. "Tutto quello che avevamo a disposizione (per informarci) era la Tv di stato russa, non sapevo davvero cosa significasse tutto questo. Ho svolto automaticamente i miei doveri", sottolinea Anton, pur non senza precisare di non avere mai avuto la sensazione di stare "combattendo", bensì di dover "sorvegliare le armi nucleari".
    Armi sulla cui efficacia l'ex ufficiale delle forze non convenzionali di Mosca suggerisce del resto all'Occidente di non illudersi, sullo sfondo dell'escalation ulteriore di queste settimane fra il Cremlino e il fronte Nato e delle rinnovate minacce di scenari da Armageddon. Avvertendo come il suo Paese, al di là dell'obsolescenza di qualche armamento d'origine sovietica, possa contare comunque su migliaia di testate atomiche in piena efficienza; e come le basi che le ospitano siano in grado di garantire un tempo di risposta di "due minuti" in caso di emergenza.
    Anton, nel botta e risposta a volto oscurato con la Bbc (che assicura di aver potuto visionare documenti sulle credenziali del suo curriculum militare), è categorico nel replicare a quegli analisti occidentali convinti che la Russia continui a doversi affidare soprattutto a vecchie testate ereditate dalla produzione dell'Urss, che in parte potrebbero magari non funzionare. Convinzioni respinte alla stregua di "facilonerie di cosiddetti esperti". "Armamenti di vecchio tipo possono essere custoditi in alcune aree, ma il mio Paese - taglia corto il disertore - dispone di un enorme arsenale nucleare, con una gigantesca quantità di testate, incluse quelle in dotazione a unità da combattimento attive in terra, mare e cielo". Armi pienamente operative e in assetto da battaglia, nelle sue parole, in quanto "il lavoro di manutenzione è condotto costantemente: non si ferma mai, nemmeno per un minuto".
    L'ex ufficiale non mette peraltro in relazione la propria decisione di disertare con riserve sulla strategia nucleare di Vladimir Putin. Semmai la giustifica con il rifiuto etico di fronte a ordini definiti "criminali" rispetto alla guerra con Kiev, laddove bersagli civili ucraini sarebbero stati additati alla stregua di "combattenti da distruggere": qualcosa che "per me - conclude - è una linea rossa, un crimine di guerra, propaganda che non voglio diffondere". 
   

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