L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato condannato per corruzione di magistrato e traffico di influenze a 3 anni di carcere di cui uno senza condizionale, con il beneficio del braccialetto elettronico. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso dei legali di Sarkozy contro la condanna definitiva in appello. Quella di Sarkozy, 69 anni, è una condanna senza precedenti per un ex capo dello stato francese.
Sarkozy fra un mese dovrebbe vedere applicata la pena di un anno di limitazione della propria libertà con la predisposizione del braccialetto elettronico per lui. In realtà, proprio fra un mese l'ex presidente compirà 70 anni e potrà chiedere di non scontare l'anno di braccialetto elettronico.
Nella vicenda comunemente nota con il nome di "Bismuth", usato dall'ex presidente per contatti riservati, Sarkozy era stato riconosciuto colpevole di aver allacciato, nel 2014, insieme con il suo avvocato storico, Thierry Herzog, un "patto di corruzione" con Gilbert Azibert, alto magistrato alla Corte di Cassazione, perché questi gli comunicasse informazioni e tentasse di influenzare i magistrati su un ricorso di Sarkozy in un altra vicenda, quella del caso Bettencourt. Ciò avveniva in cambio di "una mano" promessa al giudice per uno posto onorario nel principato di Monaco. I tre imputati hanno sempre negato gli illeciti, ricordando che il traffico di influenze non si è verificato poiché il magistrato non ha mai ottenuto la protezione desiderata.
I legali di Sarkozy hanno annunciato che il loro cliente "si conforma logicamente" alla condanna definitiva. Al tempo stesso hanno annunciato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'Uomo.
"Il ricorso alla Corte europea si spiega con il fatto che la giurisprudenza della Corte stessa è contraria a quanto stabilito oggi dalla Cassazione francese, che ha respinto il ricorso di Nicolas Sarkozy", ha detto Patrice Spinosi, uno degli avvocati dell'ex presidente francese. "E' la prima volta in Francia si condanna una persona solo sulla base di comunicazioni telefoniche con il suo avvocato, intercettato. Le intercettazioni fra un avvocato e un suo cliente non possono essere usate contro il cliente stesso, è una regola che fa parte delle libertà fondamentali e che giustifica il nostro ricorso".
Sarkozy, da parte sua, ha affermato di non essere "deciso ad accettare la profonda ingiustizia" della decisione, ed ha voluto "ribadire la sua assoluta innocenza". "Non sono deciso ad accettare la profonda ingiustizia che mi viene fatta" ha scritto su X l'ex capo dello Stato, che si è rivolto alla Corte europea dei diritti umani, convinto di "essere nel proprio diritto" e affermando di voler "ribadire l'assoluta innocenza". "Mi prenderò le responsabilità e farò fronte a tutte le conseguenze", ha aggiunto l'ex presidente.
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