Il premier serbo Milos Vucevic ha annunciato oggi le sue dimissioni.
La decisione è stata resa nota in una conferenza stampa a Belgrado.
Parlando ai giornalisti, Vucevic ha detto di aver deciso di lasciare la guida del governo per la situazione di alta tensione sociale creatasi nel paese negli ultimi mesi, con proteste generalizzate, incidenti, blocchi stradali, aggressioni.
L'ultima in ordine di tempo, ha aggiunto, ieri sera a Novi Sad, dove una giovane studentessa è stata aggredita e ferita. Un episodio che lo ha fortemente colpito. Vucevic è stato a lungo in passato sindaco di Novi Sad. A condizionare in negativo la generale situazione in Serbia, ha osservato, è stato il crollo del primo novembre scorso alla stazione di Novi Sad, con il pesante bilancio di 15 morti. Una tragedia che, a suo dire, ha gettato un'ombra pesante sull'intera attività e sui risultati del governo. "Il paese da allora è rimasto prigioniero di tale tragico evento, che è stato tuttavia strumentalizzato politicamente da talune forze al fine di capitalizzare consenso nella società. Un progetto meschino ideato sulla morte di persone innocenti". Ciò, ha affermato Vucevic, ha determinato una forte spaccatura nella società, creando una atmosfera di forte contrapposizione gli uni contro gli altri. Le proteste degli studenti sono state il risultato di tutto ciò, con l'impossibilità di molti allievi e insegnanti di portare avanti i normali programmi didattici. Si è arrivati al punto che litigano fra loro anche i genitori di varie fazioni di studenti. "Ma tutto ciò è stato ideato da qualcuno. ora sono libero di dirlo, ciò è stato ideato all'estero, di questo non ho alcun dubbio", ha detto il premier. Vucevic ha aggiunto di aver avuto stamane un lungo colloquio con il presidente Aleksandar Vucic, che ha accettato la sua decisione e le sue argomentazioni. "Penso che con ciò diamo prova di senso di responsabilità", ha affermato il premier, auspicando una de-escalation delle tensioni nella società. Vucevic ha detto che manterrà le sue funzioni fino alla nomina di un nuovo premier e che fino ad allora l'intero governo sarà anch'esso dimissionario e opererà con mandato temporaneo.
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