I vertici delle forze armate
iraniane hanno dato l'ordine di "confrontarsi duramente" con i
manifestanti che da più di due settimane protestano in varie
città del Paese per Mahsa Amini, 22enne morta dopo essere stata
arrestata perché portava male il velo. Lo denuncia la sezione
iraniana di Amnesty International dopo avere ottenuto documenti
ufficiali che provano l'ordine di fermare la protesta "ad ogni
costo" dato dalle autorità. Secondo l'organizzazione, il
comandante delle forze di sicurezza della provincia di
Mazandaran ha ordinato di "confrontare senza pietà, arrivando al
punto da causare morti, qualsiasi disordine da parte di
rivoltosi e contro rivoluzionari". Secondo il rapporto, sono
state documentate torture e altre forze di violenza, tra cui
abusi sessuali, nei confronti dei manifestanti.
"Le autorità iraniane hanno consapevolmente deciso di fare
del male o uccidere persone che sono scese in strada per
esprimere la loro rabbia contro decenni di repressione e
ingiustizia", ha affermato la Segretaria generale di Amnesty,
Agnes Callamard.
Nei giorni scorsi, i media indipendenti iraniani avevano
parlato di almeno 76 manifestanti uccisi e migliaia di arresti,
di cui 3.000 solo nella capitale Teheran, da quando sono
iniziate le dimostrazioni il 16 settembre scorso, il giorno
della morte di Mahsa Amini. Secondo l'agenzia Fars, vicina alle
Guardie della rivoluzione, il bilancio delle vittime tra
manifestanti e forze dell'ordine è di 60 persone.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA