(ANSAmed) - BEIRUT, 17 LUG - L'Onu ha consegnato oggi al
governo yemenita filo-iraniano, non riconosciuto dalla comunità
occidentale ma che è in trattative con le controparti yemenite
sostenute dall'Arabia Saudita, una petroliera sulla quale dovrà
essere trasferito "quanto prima" più di un milione di barili di
petrolio a rischio di fuoriuscita da un'altra imbarcazione.
Lo riferiscono media panarabi, secondo cui la cerimonia di
consegna di Nautica, ora ribattezzata 'Yemen', è avvenuta nei
pressi del porto di Hodeida, sul Mar Rosso, controllato da anni
dagli Huthi, sostenuti dall'Iran e che da quasi 10 anni
controllano la capitale Sanaa e ampie regioni del martoriato
paese arabo.
Media regionali fanno sapere che il pompaggio di 1,14 milioni
di greggio nella stiva di Nautica dovrebbe iniziare "nei
prossimo giorni", quando la nuova petroliera avrà raggiunto il
sito di ormeggio della fatiscente petroliera Sfo Safer, da quasi
mezzo secolo ancorata a circa 50 km dal porto di Hodeida.
La Sfo Safer, di proprietà della Compagnia petrolifera
nazionale yemenita (Sepoc), dagli anni '80 del secolo scorso
funge di fatto da deposito galleggiante di petrolio e terminale
di scarico. Ma dal 2015, da quando la guerra in Yemen si è
intensificata con l'ingresso nel conflitto dell'Arabia Saudita e
dei suoi alleati yemeniti anti-Huthi, i lavori di manutenzione
alla Sfo Safer si sono interrotti. Di fronte i crescenti timori
di perdite di petrolio nel Mar Rosso, l'Onu e le parti locali si
sono adoperate per evitare una catastrofe ambientale.
Durante la cerimonia odierna, il coordinatore umanitario
delle Nazioni Unite per lo Yemen, David Gressly, ha firmato i
documenti per il trasferimento della petroliera Nautica al
governo yemenita, rappresentato da Idris Shami, funzionario
della Sepoc scelto dagli Huthi filo-iraniani.
David Gressly ha affermato che il trasferimento della nave è
stato organizzato con la partecipazione di tutte le parti in
conflitto e che ora appartiene al "popolo yemenita". Dal canto
loro gli Huthi hanno precisato che la petroliera donata dall'Onu
è ora sotto il loro controllo. (ANSAmed).
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