Si prevede che quest'anno 21,6
milioni di persone in Yemen, tra cui 11 milioni di bambini,
avranno bisogno di assistenza umanitaria e protezione. Save the
Children, l'Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni
lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire
loro un futuro, resta impegnata a favore dei minori in Yemen e
ieri ha ripreso le sue operazioni nella parte settentrionale del
Paese, dopo una sospensione di 10 giorni in seguito alla morte
di un membro dello staff detenuto, che ha portato alla richiesta
di un'immediata indagine indipendente e a un periodo di lutto
per l'Organizzazione.
La sospensione temporanea dei programmi, si legge in una
nota, è stata decisa dopo la morte inspiegabile del direttore
della sicurezza Hisham Al-Hakimi, 44 anni, padre di 4 figli,
detenuto dal 9 settembre, il cui funerale si è svolto il 29
ottobre. Save the Children continua a chiedere un'indagine
immediata, indipendente e trasparente sulle circostanze della
morte di Hisham.
I programmi, che erano stati temporaneamente sospesi,
rappresentano oltre il 65% delle operazioni nel Paese di Save
the Children, che lo scorso anno ha raggiunto 1,8 milioni di
persone in Yemen, tra cui 1,1 milioni di bambini.
"Durante questo periodo di riflessione, non solo abbiamo
onorato la memoria di Hisham, ma abbiamo anche riaffermato il
nostro impegno a garantire il benessere del nostro personale",
ha affermato David Wright, direttore operativo di Save the
Children International. "I bisogni dei bambini in Yemen sono
immensi e continuano a essere la nostra forza trainante. Ecco
perché riprendiamo le nostre operazioni e rinnoviamo il nostro
impegno a fornire l'assistenza salvavita di cui hanno bisogno".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA