"L'eterno ritorno della guerra mi fa sentire prigioniera di una trappola mentale senza uscita, spettatrice impotente, in pena per Israele ma anche per tutti i palestinesi innocenti, entrambi intrappolati nella catena delle violenze e dei rancori". Così la senatrice a vita Liliana Segre, nella lettera letta alla manifestazione 'No antiterrorismo e no terrorismo' a Piazza del Popolo , promossa dalla Comunità ebraica di Roma, e dall'Unione delle Comunità ebraiche italiane.
"E non ho soluzioni. E non ho più parole. Ho solo pensieri tristi. Provo angoscia per gli ostaggi e per le loro famiglie - sottolinea - Provo pietà per tutti i bambini, che sono sacri senza distinzione di nazionalità o di fede, che soffrono e muoiono. Che pagano perché altri non hanno saputo trovare le vie della pace".
"Si pensa sempre che sia finita, che il mondo sia andato avanti. E invece si devono rivedere ebrei braccati e uccisi in quanto ebrei; chiamati a discolparsi in quanto ebrei; indotti a nascondersi in quanto ebrei. E i pregiudizi, e i boicottaggi, e le parole malate che mai verrebbero usate in casi simili, se non ci fossero di mezzo ebrei", ha detto Liliana Segre. "I magazzini dell'odio, che pensavamo si fossero quasi svuotati (anche se mai del tutto) nei decenni, si sono conservati e rinnovati, sempre pronti a distribuire la loro merce tossica a buon mercato. Questa volta l'occasione è arrivata con la guerra che è riesplosa dopo la mattanza terroristica del 7 ottobre scorso in Israele", aggiunge.
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