File ordinate e silenziose,
musica patriottica e stretti cordoni di esercito e polizia hanno
contrassegnato il primo giorno delle elezioni presidenziali in
Egitto. Una scadenza importante per il Paese, tanto da essere
stata anticipata anche senza alcuna crisi di governo, alla luce
delle gravi decisioni da prendere su una crescente crisi
economica e sulla guerra tra Israele e Hamas sempre più a
ridosso del confine.
Ai seggi allestiti in parte in strada e in parte dentro
scuole e uffici pubblici, hanno votato oggi anche i 4 candidati:
il presidente uscente Abdel Fattah al-Sisi, superfavorito per un
terzo mandato e al potere dal 2014; Hazed Omar, del Partito
popolare repubblicano; Farid Zahran, capo del Partito
socialdemocratico egiziano di sinistra; Abdel-Sanad Yamama, capo
del partito Wafd, il più storico dei partiti liberali egiziani e
il più antico partito d'Egitto. Hanno votato ognuno nel proprio
seggio, accompagnati da guardie del corpo e folti gruppi di
sostenitori. Alle urne sono stati visti anche l'imam di Al Azhar
e il papa copto Towadros II, il tutto ampiamente documentato dai
siti di Stato.
;L'Autorità elettorale nazionale ha intanto fatto sapere che
anche fuori dalla capitale il voto si è svolto regolarmente e
con "un'affluenza alle urne senza precedenti da parte degli
elettori nei vari governatorati".
Si voterà anche l'11 e il 12 dicembre. Il 18 saranno resi
noti i risultati
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