Medici Senza Frontiere è stata
costretta a evacuare il suo personale e le loro famiglie
dall'area dell'ospedale Al-Aqsa, dopo giorni di combattimenti
nella zona centrale di Gaza e in seguito all'ordine di
evacuazione diffuso dalle forze israeliane in tarda mattinata
con volantini nei quartieri attorno all'ospedale dove lavora
l'organizzazione. Ne dà notizia Msf in una nota. "Con un grosso
peso sul cuore siamo costretti ad evacuare mentre i pazienti, il
personale ospedaliero e molte persone in cerca di un posto
sicuro rimangono nei locali dell'ospedale", ha dichiarato
Carolina Lopez, coordinatrice dell'emergenza di Msf
all'ospedale.
Ieri un proiettile ha perforato pesantemente un muro del
reparto della terapia intensiva dell'ospedale di Al-Aqsa. Negli
ultimi due giorni gli attacchi dei droni e il fuoco dei cecchini
erano a poche centinaia di metri dall'ospedale, si legge nel
comunicato.
"La situazione è diventata così pericolosa che alcuni membri
dello staff che vivono nelle zone limitrofe non hanno potuto
lasciare le proprie case a causa del rischio continuo di droni e
cecchini", ha spiegato Lopez, sottolineando che "la conseguente
riduzione del personale nell'ospedale ha avuto un impatto
sull'assistenza ai pazienti".
"Ribadiamo che Israele ha l'obbligo, secondo il diritto
umanitario internazionale, di proteggere i pazienti e il
personale che ancora lavora nell'unico ospedale funzionante
nell'area centrale di Gaza", ha aggiunto Lopez.
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